Imparare ad amare la condizione umana
Bisogna imparare di nuovo ad amare la condizione umana qual è, accettare i suoi limiti e i suoi rischi, avere un rapporto diretto con le cose, rinunciare ai nostri dogmi di partito, di patria, di classe, di religione, tutti intransigenti e dunque tutti forieri di morte. Quando faccio il pane, penso alla gente che ha fatto spuntare il grano, penso ai profittatori che ne gonfiano artificialmente il prezzo, ai tecnocrati che ne hanno guastata la qualità – non che le tecniche recenti siano necessariamente un male, ma il fatto è che si sono messe al servizio dell’avidità che è certamente un male, e che la maggior parte di esse sussiste solo in virtù di grandi concentrazioni di forze che sono piene di potenziali pericoli. Penso a chi non ha pane, e a chi ne ha troppo, penso alla terra e al sole che fanno crescere le piante. Mi sento idealista e materialista al tempo stesso. Il cosiddetto idealista non vede il pane, né il prezzo del pane, e il materialista, per un curioso paradosso, ignora che cosa significhi quella cosa immensa e divina che chiamiamo la materia.

Crediti
 Marguerite Yourcenar
 Ad occhi aperti
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Quotes per Marguerite Yourcenar

Qualsiasi felicità è un capolavoro: il minimo errore la falsa, la minima esitazione la incrina, la minima grossolanità la deturpa, la minima insulsaggine la degrada. Alla mia non può imputarsi alcuna di quelle imprudenze che più tardi l'hanno infranta: sino a che ho agito nella direzione ch'essa mi indicava, sono stato saggio.  Memorie di Adriano

La città appartiene ai fantasmi, agli assassini, ai sonnambuli. Dove sei tu, in che letto, in che sogno? Se ti incontrassi, tu andresti oltre senza vedermi, perché noi non siamo visti dai nostri sogni. Non ho fame: questa notte non riesco a digerire la mia vita. Sono stanca: ho camminato tutta la notte cercando di buttare via il tuo ricordo. Seduta su una panchina, abbrutita mio malgrado dall'avvicinarsi del mattino, smetto di ricordare che sto tentando di dimenticarti.  Fuochi

Veniamo puniti per non essere riusciti a rimanere soli.

Ci prestavamo dei libri. Li leggevamo assieme, ma non ad alta voce: sapevamo troppo bene che le parole rompono sempre qualche cosa. [...] La vita meno solitaria, e la lettura dei libri, m'insegnarono quale differenza esista tra le convenzioni esteriori e la morale intima. [...] Ma i libri non contengono la vita; non ne contengono che la cenere; è, immagino, ciò che si chiama l'esperienza umana.

Le due del mattino. La città appartiene ai fantasmi, agli assassini, ai sonnambuli. Dove sei tu, in che letto, in che sogno? Se ti incontrassi, tu andresti oltre senza vedermi, perché noi non siamo visti dai nostri sogni. Non ho fame: questa notte non riesco a digerire la mia vita. Sono stanca: ho camminato tutta la notte cercando di buttare via il tuo ricordo. Seduta su una panchina, abbrutita mio malgrado dall'avvicinarsi del mattino, smetto di ricordare che sto tentando di dimenticarti.  Fuochi