Anche Kirillov è abitato da una presenza demoniaca: egli vuole suicidare in sé l’uomo, per inaugurare il futuro radioso, libero dalla paura del dolore e della morte, ma ciò che ottiene è di inscenare una versione tragicamente parodistica della missione salvifica del Cristo. Egli è convinto di poter condurre il suo arbitrio nell’indifferenza non tanto di bene e di male, ma di vita e di morte.
Tuttavia, la libertà che si pone al di là della vita si consegna alla prepotenza del nulla e non trae niente dalla sua gratuità, è puro annichilimento di fronte al quale le intenzioni si frantumano. L’oltreuomo non è colui che sconfigge la morte, l’uomo-Dio vaneggiato da Kirillov, con questo delirio di onnipotenza che non può che mostrare il proprio contrario, ossia l’impotenza propria della finitezza umana.
La dialettica della libertà in Nietzsche e Dostoevskij
SchieleArt • Self-portrait as Saint Sebastian • 1914-1915
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