La temporalità del luttoAffrontare il lutto è un processo che richiede tempo e non può essere accellerato. Nella cultura odierna, spesso ci troviamo di fronte a una pressione sociale che ci spinge a superare la perdita in tempi rapidi, come se ci fosse una scadenza per il dolore. Tuttavia, il lutto è un viaggio personale e ciascuno di noi ha il proprio ritmo e le proprie modalità di elaborazione.

Il tempo gioca un ruolo cruciale nel modo in cui viviamo il lutto. Non si tratta solo di un periodo definito di settimane o mesi; il lutto può estendersi per anni e manifestarsi in modi inaspettati. Ciò che è essenziale è riconoscere che il dolore non segue una linea retta e che ci saranno giorni buoni e giorni cattivi. È naturale oscillare tra momenti di nostalgia e momenti di accettazione. Questo ciclo è una parte fondamentale del processo di guarigione.

Le aspettative sociali possono rendere difficile accettare questa temporaneità. In molte culture, esiste una sorta di tabù attorno al lutto: ci si aspetta che le persone tornino alla normalità dopo un certo periodo di tempo. Questa pressione può portare a sentimenti di colpa o di insufficienza per chi non riesce a superare la perdita. In realtà, non c’è un modo giusto o sbagliato di vivere il lutto, e ogni individuo ha il diritto di prendersi il tempo necessario per elaborare la propria esperienza.

Un altro aspetto importante da considerare è come la nostra percezione del tempo possa cambiare durante il lutto. Quando perdiamo qualcuno, il tempo può sembrare rallentare; ogni momento può essere carico di significato e di emozioni. Al contrario, in altri momenti, possiamo sentirci sopraffatti e desiderare che il tempo passi più velocemente. È un continuo gioco di equilibri, in cui dobbiamo imparare a muoverci in modo fluido tra i diversi stati d’animo.

Inoltre, il lutto non è un processo lineare. Ci possono essere regressioni, momenti in cui ci sentiamo di tornare indietro, a rivivere il dolore come se fosse accaduto di recente. Questo è normale e fa parte del processo di elaborazione. È importante non giudicarsi severamente in questi momenti, ma piuttosto riconoscere che il lutto è un viaggio complesso e che ogni passo, anche se difficile, è parte della nostra crescita.

Per affrontare il lutto in modo sano, è fondamentale concedersi il permesso di sentire. Dobbiamo permettere a noi stessi di provare dolore, tristezza, rabbia e persino gioia nei ricordi. Esprimere liberamente le nostre emozioni, senza timore di giudizio, ci aiuta a integrare l’assenza nella nostra vita. Ciò può avvenire attraverso la scrittura, l’arte, o semplicemente parlando con qualcuno di fiducia.

Infine, la temporalità del lutto ci insegna anche il valore della pazienza. Dobbiamo imparare a essere gentili con noi stessi e a comprendere che il processo di guarigione richiede tempo. È un cammino che non possiamo forzare, ma possiamo affrontare con apertura e vulnerabilità. Accettare il nostro dolore e permettergli di esprimersi ci guiderà verso una nuova comprensione della vita e delle relazioni.

In conclusione, il lutto è un viaggio che richiede tempo e attenzione. Non dobbiamo permettere che le pressioni esterne ci influenzino nel nostro modo di vivere il dolore. Ogni individuo ha il diritto di prendersi il tempo necessario per elaborare la propria perdita e trovare un nuovo equilibrio nella vita.

Crediti
 Autori Vari
  Pubblicato in Italia nel mese di gennaio del 2016
  Sinossi del libro 'Incontrare l'assenza' di Massimo Recalcati
 Pinterest •   • 




Quotes per Autori Vari

Gli artisti sono come i filosofi, spesso hanno una salute troppo fragile, ma questo non è a causa delle loro malattie né le loro nevrosi, è perché hanno visto nella vita qualcosa di troppo grande per chiunque, di troppo grande per loro, e li ha marcati l'invadenza della morte.

Colui che negli impedimenti vede la giusta prova per formare la propria personalità, oh come consolida la sua posizione di fronte al mondo!

L'illusione di poter muovere le cose, di manipolare le persone, quando invece l'unico potere di decisione non spetta mai al soggetto - supremazia del soggetto, sempre sopravvalutata rispetto a quella dell'oggetto - ma al suo inconscio a quello che è il suo volere più profondo e non apparente; chi finisce nella tela del ragno è lui ad averlo deciso o meglio il suo inconscio e non il ragno.

[...] quando un archetipo viene attivato nell'inconscio del soggetto che lo esperisce, si produce uno stato di forte tensione emotiva. In tal momenti psiche e materia appaiono non più realtà separate, bensì coordinate a una sola situazione simbolica piena di senso. È come se il mondo psichico e quello fisico fossero facce d'una identica realtà. Jung denominò questa realtà unitaria, unus mundus.  Psiche e materia

Ricordare il passato serve per il futuro, così non ripeterai gli stessi errori: ne inventerai di nuovi. Scrivere la storia è un modo per sbarazzarsi del passato.


Riferimenti