Infatti l’esistenza di Thomas Buddenbrook non era molto diversa da quella di un attore, ma un attore la cui vita, fin nei più piccoli dettagli quotidiani, sia diventata una rappresentazione, una rappresentazione che, con l’eccezione di pochi e brevi momenti di solitudine e di distensione, assorbe e logora continuamente tutte le forze. L’assoluta mancanza di un autentico, ardente interesse che lo assorbisse, l’impoverimento e la desolazione del suo intimo – una desolazione così forte, da percepirsi quasi incessantemente come un’indefinibile angoscia -, uniti con un inesorabile senso del dovere e una tenace fermezza nel recitare nel suo ruolo con dignità e a qualsiasi prezzo, nel nascondere con tutti i mezzi la propria debolezza e nel salvaguardare il decoro avevano reso la sua vita artificiosa, voluta e forzata e avevano fatto sì che ogni parola, ogni gesto, la minima azione tra la folla diventasse una recita faticosa e snervante.
Inesorabile senso del dovere
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