Noi, che abbiamo un’altra fede – noi, per i quali il movimento democratico non è solo una forma di decadenza dell’organizzazione politica ma una forma di decadenza e cioè di riduzione dell’uomo, un suo diventare mediocre e perdere di valore: dove dobbiamo rivolgerci noi, con le nostre speranze? Verso nuovi filosofi, non rimane altra scelta; verso spiriti abbastanza forti e indipendenti da poter stimolare opposti giudizi di valore e rivalutare e capovolgere «valori eterni»; verso precursori, verso uomini del futuro, che già oggi formano quei lacci e quei nodi che costringeranno la volontà di millenni verso nuove strade. Per insegnare all’uomo che il suo futuro è volontà, dipendente da una volontà umana e per preparare grandi avventure e tentativi collettivi di disciplina e di educazione per metter fine in tal modo all’orribile dominazione dell’assurdo e del caso che si è chiamata «storia» – l’assurdo della «maggioranza» è solo la sua forma più recente -: perciò sarà necessario un giorno un nuovo tipo di filosofi e di detentori del comando di fronte alla cui immagine tutti gli spiriti nascosti, terribili e benefici che sono esistiti sulla terra, figureranno pallidi e deformi.
L’immagine di tali condottieri è quella che ci sta davanti agli occhi: posso dirlo forte, voi spiriti liberi? Le circostanze, che bisognerebbe in parte creare in parte sfruttare per la loro nascita, le presumibili vie e le prove, grazie alle quali un’anima potrebbe giungere a una tale altezza e a una tale potenza da sentire il vincolo a questi compiti; un capovolgimento dei valori, sotto la cui nuova pressione e sotto il cui martello una coscienza verrebbe temperata come acciaio e un cuore trasformato in bronzo, così da poter reggere al peso di una tale responsabilità; d’altro canto la necessità ditali condottieri, il terribile pericolo che essi possano mancare o fallire e degenerare – queste sono le nostre vere preoccupazioni e i turbamenti, lo sapete voi, voi spiriti liberi?
Questi sono i nostri pesanti, lontani pensieri e le tempeste che passano nel cielo della nostra vita. Ci sono pochi dolori così acuti come l’aver visto, indovinato, e partecipato al modo in cui un uomo straordinario si è allontanato dalla sua strada ed è degenerato: chi possiede la rara attenzione al comune pericolo che l’uomo stesso degeneri, chi come noi ha riconosciuto la mostruosa casualità che finora ha giocato il suo gioco sul futuro dell’uomo – un gioco al quale non ha partecipato né una mano e neppure un «dito di Dio»! chi scopre la fatalità che giace nascosta nella idiota ingenuità e nella fiduciosa credulità delle «idee moderne», e ancor più in tutt’intera la morale cristiano-europea: costui soffrirà un’angoscia con la quale nessun’altra si lascia paragonare, – con unico sguardo egli abbraccerà tutto ciò che con una concentrazione e incremento favorevole di forze e di compiti ci sarebbe ancora da ottenere con l’educazione dall’uomo, egli sa con tutto il sapere della sua coscienza come l’uomo non sia ancora esaurito per le massime possibilità e come il tipo «uomo» sia stato già spesso vicino a decisioni segrete e a nuove vie: -. egli sa ancor meglio per un suo ricordo dolorosissimo contro quali miserabili cose un essere in divenire, di altissimo rango, fino ad oggi si sia infranto, sfasciato, sia colato a picco, sia divenuto miserabile.
La totale degenerazione dell’uomo giù fino a ciò che oggi appare ai babbei socialisti e alle teste vuote come il loro «uomo del futuro», – come il loro ideale – questa degenerazione e deprezzamento dell’uomo a perfetto animale del gregge (o come essi dicono in uomo della «società libera»), questo abbrutimento dell’uomo in bestiola con uguali diritti ed esigenze è possibile, non vi è alcun dubbio! Chi ha pensato a questa possibilità fino in fondo, almeno una volta, conosce una nausea in più rispetto agli uomini, – e forse anche un nuovo compito!
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