Non va perso di vista, tuttavia, che il capolavoro di Maderno, per quanto singolare, fa parte del sistema della figurazione dei corpi prostrati – nella statuaria classica o moderna, pagana o cristiana – che lo comprende come una variante tra le altre. Considerando soltanto i due criteri della postura e del panneggio, possiamo facilmente situare Santa Cecilia in un ampio quadro di possibilità, in cui essa si oppone, secondo il concetto Warburgiano delle inversioni dinamiche, ad altre varianti dello stesso periodo. Cecilia è rivolta al suolo e rinchiusa su sé stessa in modo altrettanto spettacolare di altri sacri corpi che si aprono e si offrono, distesi sulla schiena, nel bene (estasi) o nel male (angoscia) che li sfibra.
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