Quest’uomo, fra tutti gli uomini della terra, vuole che l’atto sia manifestazione di vita. Se, intendendo questo terribile bisogno, egli si mette ad agire regressivamente, a farsi antisociale, a balbettare, a tartagliare, a mostrarsi così totalmente disadatto e incapace di guadagnarsi da vivere, sappiate che quest’uomo ha ritrovato la via dell’utero e della sorgente di vita e che domani, anziché lo spregevole oggetto di ridicolo che avete fatto di lui, egli si leverà come uomo in pieno diritto e tutte le forze del mondo non varranno contro di lui. Prima di ridiventare uomo forse esisterò come parco, una specie di parco naturale, dove viene la gente a riposare, a passare il tempo. Quel che dicono o fanno importerà poco, perché ci porteranno solo la loro stanchezza, la loro noia, la loro disperazione. Io sarò un cuscinetto fra il pidocchio bianco e il globulo rosso. Sarò ventilatore per sgombrare i veleni accumulati nello sforzo di perfezionare l’imperfezionabile. Da una simile pazza mania di perfezione naturalmente nessuno si sarebbe atteso un’evoluzione in parco selvaggio, nemmeno io, ma è infinitamente meglio, mentre si aspetta la morte, vivere in uno stato di grazia e di naturale sbalordimento. Infinitamente meglio, mentre la vita si muove verso una perfezione mortale, essere solo un frammento di spazio dove si può respirare, una macchia di verde, un po’ d’aria fresca, una pozza d’acqua. Una volta pensavo che essere umano fosse la maggiore meta dell’uomo, ma oggi vedo che questo significava distruggermi. Oggi mi vanto di poter dire che sono disumano, che appartengo non agli uomini e ai governi, che non ho nulla a che fare coi credi e coi principi. Non ho nulla a che fare con la cigolante macchina dell’umanità – io appartengo alla terra! Lo dico giacendo sul cuscino e sento le corna che mi spuntano dalle tempie. Vedo attorno a me tutti quei miei pazzi antenati che danzano attorno al mio letto, che mi consolano, che mi stimolano, che mi flagellano con le loro lingue di serpe, che ghignano e irridono coi loro teschi grotteschi. Io sono disumano.
Il mito di Sisifo di Albert Camus
Un saggio filosofico in cui Camus esplora il concetto dell’assurdo, la lotta dell’uomo contro un’esistenza priva di senso e la necessità di trovare un significato personale nella ribellione contro l’assurdo. Un’opera che risuona con il tema del rifiuto della società e della ricerca di un’esistenza autentica.
Walden, ovvero Vita nei boschi di Henry David Thoreau
Un classico della letteratura americana che racconta l’esperienza di Thoreau nel vivere isolato nella natura, cercando un’esistenza semplice e autentica. Il libro riflette sulla disconnessione dalla società e sulla riscoperta del sé attraverso la natura.
Candido o l’ottimismo di Voltaire
Un racconto filosofico che critica l’ottimismo ingenuo e la ricerca della perfezione. Attraverso le avventure di Candido, Voltaire esplora le assurdità della società e la necessità di una visione critica della vita, temi che si allineano con la ribellione del protagonista del testo analizzato.
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