Nudo femminile parziale in ginocchio
Gli allora giudici istruttori, Gherardo Colombo e Giuliano Turone, arrivano alla lista di Gelli indagando sulla mafia, sull’assassinio ordinato da Michele Sindona dell’avvocato Giorgio Ambrosoli a Milano, la notte dell’11 luglio 1979, e sulle minacce ricevute da Enrico Cuccia. Questo è l’inizio della storia. Gli atti della Commissione di indagine possono essere consultati. La conclusione, sempre seguendo i fatti, fu: la P2 ha gestito il caso Sindona con la mafia, è proprietaria del «Corriere della Sera», ha rapporti con la banda della Magliana e con i poteri criminali, è responsabile tramite i suoi affiliati di gravi depistaggi, tra i quali emergono quelli sulla strage di Bologna. Ha esercitato influenza sul caso Moro, essendo presente pesantemente nel comitato di crisi del Viminale, all’epoca del sequestro. Ho scritto tante cose su quei foglietti. Ne ho ancora molti. Li tengo da parte, perché ci sono pensieri che mi hanno confortato all’epoca, mi hanno aiutata ad andare avanti.

Uno di questi pensieri è: «La verità possono cercarla solo quelli che hanno la capacità di sopportarla». I segreti di Stato nascono, nel migliore dei casi, dal pensare che l’Italia non sia ancora un paese in grado di sopportare la verità. Arriverà mai il tempo per il nostro paese di essere maggiorenne in democrazia? Piccoli fogli della memoria, nient’altro. Non dovrebbero dare tanto fastidio. O forse sì, a coloro che non sanno sopportare la carità feroce del ricordo. Sono passati tanti anni da quei giorni. Ma siamo così sicuri che dell’azione piduista, che costituì un motivo di minaccia per la nostra democrazia, non resti più nulla? E quale giudizio morale dare di coloro che in quegli anni si avvalsero dell’iscrizione alla P2 per sviluppare i loro affari, il loro potere, per non dover sottostare a quelle regole – per alcuni solo «lacci e lacciuoli» – alle quali erano sottoposti gli altri cittadini?

Crediti
 Autori Vari
 Storia di una passione politica
  Prefazione di Dacia Maraini
  Tina Anselmi con Anna Vinci
 SchieleArt •  Kniender weiblicher halbakt • 



Citazioni correlate

  • Chi ha uso di ragione, possesso di cognizione, sa che la mafia, questa mala pianta, questo olivastro infestante e devastante, è nata in Sicilia per il ritardo storico in cui l'isola è stata tenuta, per l'ingiustizia a danno di essa costantemente perpetrata, da dominazioni, governi, da ottuse cieche caste di privilegio e sopruso; sa che in Sicilia la mafia si è sviluppata con l'abbandono, con l'assenza dello Stato, con la connivenza, l'aiuto di regimi politici, di poteri statali insipienti o corrotti.
     Vincenzo Consolo    Nottetempo - casa per casa

  • Certo dovremo ancora per lungo tempo confrontarci con la criminalità organizzata di stampo mafioso. Per lungo tempo, non per l'eternità: perché la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
     Giovanni Falcone    Cose di Cosa Nostra

  • Entrare a far parte della mafia equivale a convertirsi a una religione. Non si cessa mai di essere preti. Né mafiosi.
     Giovanni Falcone    Cose di Cosa Nostra

  • Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.
     Giovanni Falcone    Cose di Cosa Nostra

  • Lo stesso meccanismo di espulsione, praticamente, che si ritrova tra gli eschimesi e presso altri popoli che abbandonano i vecchi, i malati gravi, i feriti perché intralciano il loro cammino in una terra ostile, mettendo in pericolo la sopravvivenza di tutti. In un gruppo come la mafia, che deve difendersi dai nemici, chi è debole o malato deve essere eliminato.
     Giovanni Falcone    Cose di Cosa Nostra

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