Lo stesso rimedio, la castrazione e la estirpazione, è impiegato istintivamente nella lotta contro il desiderio da coloro che sono troppo deboli di volontà, troppo degenerati per poter imporre una misura a codesta volontà; per queste nature che hanno bisogno della Trappa, per parlare in immagine (e senza immagine), di una definitiva dichiarazione di guerra, di un abisso tra essi e la passione. Non sono che i degenerati che trovano i mezzi radicali indispensabili; la debolezza della volontà, per parlare più esattamente, la incapacità di non reagire affatto contro una seduzione non è essa stessa che un’altra forma della degenerazione. L’inimicizia radicale, l’odio a morte contro la sensualità è un sintomo grave: si ha il diritto di fare delle supposizioni sullo stato generale di un essere talmente eccessivo. — Questa inimicizia ed odio raggiungono d’altronde il loro colmo quando simili nature non possiedono più abbastanza fermezza, neanche per le cure radicali, neanche per la rinunzia al «demone». Si percorra tutta la storia dei preti e dei filosofi, compresavi quella degli artisti: non sono gli impotenti, non gli asceti che dirigono le loro frecce avvelenate contro i sensi, sono gli asceti impossibili, quelli che avrebbero avuto bisogno di essere degli asceti…
Il crepuscolo degli idoli
La morale in quanto manifestazione contro natura
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