La dimensione della metonimia
L’esempio più puro del significante è la lettera, una lettera tipografica. Una lettera non vuol dire niente? Non necessariamente! Pensate alle lettere cinesi per ciascuna delle quali trovate nel dizionario un insieme di significati che non ha niente da invidiare al dizionario che corrisponde alle nostre parole. Che significa? Che cosa voglio dire dandovi questa risposta? Non ciò che si può credere. Poiché vuol dire che la definizione delle lettere cinesi, tanto quanto quella delle nostre parole, ha valore solo come raccolta di usi. Rigorosamente parlando, nessun senso può nascere da un gioco di lettere o di parole se non in quanto si propone come una modificazione del loro uso già stabilito. Ciò implica che ogni significazione acquisita da questo gioco dipende dalle significazioni a cui esso è già stato legato, per quanto le realtà interessate in questa reiterazione siano estranee tra loro. E questo costituisce la dimensione che chiamo della metonimia, che fa la poesia di ogni realismo. Ciò implica, d’altronde, che ogni nuova significazione può generarsi solo dalla sostituzione di un significante a un altro: dimensione della metafora mediante cui la realtà si impregna di poesia. Ecco ciò che accade al livello dell’inconscio e che fa che esso abbia la natura di un discorso, sempre che ci permettiamo di qualificare come discorso un certo uso delle strutture del linguaggio.

Crediti
 Jacques Lacan
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