Gustave Doré - L'espulsione di HagarrI grandi possedimenti dei ricchi non inquietano il povero, mentre d’altronde il ricco che fallisce nelle sue intenzioni non è consolato dal molto che già possiede. La ricchezza assomiglia all’acqua del mare: tanto più se ne beve, tanto più si ha sete. La stessa cosa vale per la fama. Il fatto che, dopo aver perduto la ricchezza o il benessere, dopo aver superato il primo momento di dolore, il nostro stato d’animo abituale non ne riesca molto diverso dal precedente, dipende dal fatto che, dopo che il destino ha ridotto il fattore del nostro possesso, noi diminuiamo altrettanto il fattore delle nostre esigenze.

Crediti
 Arthur Schopenhauer
 La saggezza della vita
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Quotes per Arthur Schopenhauer

Il mezzo più sicuro per non diventare molto infelici consiste nel non chiedere di diventare molto felici, dunque nel ridurre le proprie pretese a una misura assai moderata in fatto di piacere, possesso, rango, onore, eccetera: infatti proprio l'aspirazione alla felicità e la lotta per conquistarla attirano grandi sventure. Ma la moderazione è saggia e opportuna già per il fatto che è davvero facile essere molto infelici, mentre è non solo difficile, ma assolutamente impossibile essere molto felici.  L'arte di essere felici

Quanto di meglio questo mondo ha da offrire è un'esistenza senza dolori, tranquilla, sopportabile e limiteremo le nostre pretese a tutto ciò per realizzarlo tanto più sicuramente. Infatti, per non cadere nell'estrema infelicità, il mezzo più sicuro è non desiderare una grande felicità.

Il mondo è un brutto affare: i selvaggi si divorano fra di loro e i popoli civilizzati si imbrogliano a vicenda: e questo è l'andamento del mondo.

È una grossa stoltezza quella di perdere all'interno per guadagnare all'esterno, ossia ottenere una posizione brillante, un lusso sfarzoso, titoli e onori, cedendo in parte o totalmente la tranquillità, la libertà, l'indipendenza.

Se abbiamo una volta per tutte conosciuto chiaramente le nostre forze e buone qualità, come pure i nostri difetti e debolezze, fissando in corrispondenza la nostra meta e rassegnandoci per quello che è irraggiungibile, sfuggiremo, grazie a ciò, nel modo più sicuro, fin dove la nostra individualità lo consentirà, al più amaro di tutti i dolori, alla scontentezza di noi stessi, che è l'immancabile conseguenza del non conoscere la propria individualità, della falsa presunzione e della temerarietà che ne deriva.  L'arte di essere felici