Si può rappresentare il viaggio della vita mediante tre figure: il cerchio, la retta, la spirale. Di esse io preferisco la terza. Ritengo infatti che noi non siamo fatti per riprodurre la figura del cerchio che sempre gira su sé stesso secondo il concetto dell’«eterno ritorno dell’uguale», il quale, esistenzialmente parlando, si chiama narcisismo, ovvero riportare tutto a sé. Neppure però siamo fatti per l’estremo opposto, per l’alienazione espressa dalla figura di una retta che, uscendo da noi a mo’ di freccia, si dimentichi di noi per tendere all’infinito chissà dove là in alto. Noi, in altri termini, non siamo fatti né per essere servi del proprio Io, né per essere servi di un Dio lontano e totalmente altro.
Siamo fatti piuttosto per riprodurre la figura della spirale, la quale esprime figurativamente la tensione che esce da noi alla ricerca di un compimento e che al contempo però torna su di noi e ci nutre. Noi non dobbiamo né vivere per noi stessi, né rinnegare noi stessi in funzione di croci imposte da altri, fosse pure la croce di Cristo: dobbiamo piuttosto vivere per qualcosa più importante di noi seguendo il nostro desiderio più profondo di dare e ricevere amore al fine di essere amore, secondo la logica della natura relazionale dell’essere.
Quotes per Vito MancusoMancuso afferma la vita vera, moltiplica gli affetti contro l'immondo risentimento triste La vita autentica
Nel distacco dai beni il mite trova il potere su di sé, una calma che rende la vita abitabile La vita interiore
La sofferenza è un maestro che ci conduce verso la vita autentica e il nostro vero essere. La vita autentica
Meno si comprende la ricchezza e la bellezza della vita per quello che è, più si pensa che il divino sia una cosa diversa, totalmente altra, rispetto alla vita. Viceversa, più si comprende la ricchezza e la bellezza della vita per quello che è, meno si pensa il divino come una cosa diversa e totalmente altra. Il centro speculativo del Cristianesimo, l'incarnazione di Dio in un uomo, è esattamente la massima espressione di questa equazione fondamentale:
pienezza della vita = divino.
La vera santità porta sempre con sé alcuni precisi tratti fisici a livello corporeo. Un'altra luce degli occhi, la luce calma della quiete. Un'altra voce, la voce calma e grave della quiete. Un altro modo di camminare, i passi calmi di chi è già arrivato a casa. Un altro modo di relazionarsi col mondo esterno, col cibo, con la propria sessualità, con gli altri uomini, con le piante e gli animali: su tutto domina la calma di una sapienza antica, una pace profonda, un silenzio sacro che non si interrompe neppure quando si parla. Esistono uomini e donne così? Esistono. In tutti i tempi, in tutti i luoghi, in tutte le religioni. L'anima e il suo destino
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