Il piacere è legato ad una consistenza dell’io, del soggetto, che si rassicura in valori di comfort, di distensione, di agio. All’opposto il godimento è il sistema di lettura, o di enunciazione, attraverso cui il soggetto, invece di consistere, si perde, prova quell’esperienza di spesa che è propriamente il godimento.
Se si volesse fare provvisoriamente una valutazione dei testi secondo queste due parole, è certo che l’enorme maggioranza dei testi che conosciamo e amiamo sono grosso modo testi di piacere, mentre i testi di godimento sono estremamente rari. Sono testi che possono dispiacerti, aggredirti, ma che, almeno provvisoriamente, per la durata di un lampo, ti tramutano, ti trasformano, e operano quella spesa dell’io che si perde.
Il testo di godimento dev’essere dalla parte di una certa illeggibilità. Deve scuoterci, non solo nel nostro registro di immagini e d’immaginazione, ma al livello della stessa lingua.
Quotes per Roland BarthesLe teste di Arcimboldo sono mostruose perché rimandano tutte, quale che sia la grazia del soggetto allegorico, […] ad un malessere sostanziale: il brulichio. La mischia di cose viventi (vegetali, animali, bambini) disposte in un disordine stipato (prima di raggiungere l'intelligibilità della figura finale) evoca tutta una vita larvale, un pullulìo di esseri vegetativi, vermi, feti, visceri al limite della vita, non ancora nati eppure già putrescenti. Arcimboldo
«Sono innamorato? Sì, poiché aspetto». L'altro invece non aspetta mai. Talvolta ho voglia di giocare a quello che non aspetta; allora cerco di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell'innamorato non è altro che: io sono quello che aspetta.
Proust è quello che mi viene, non quello che chiamo; non è un'autorità; semplicemente un ricordo circolare. Ed è questo l'intertesto: l'impossibilità di vivere al di fuori del testo infinito – sia questo testo Proust, o il giornale quotidiano, o lo schermo televisivo: il libro fa il senso, il senso fa la vita.
La relazione tra Eros e poesia è un tema che ha affascinato numerosi autori nel corso della storia della letteratura. Eros, la personificazione dell'amore e del desiderio nella mitologia greca, ha spesso rappresentato una fonte di ispirazione per i poeti, che hanno cercato di esprimere attraverso i loro versi le complessità e le sfumature dell'amore. Questa connessione ha dato vita a opere che esplorano l'intensità emotiva, la bellezza, il tormento e l'estasi dell'amore.
Plurale, perduto, folle, il corpo schumanniano conosce solo biforcazioni; non si costruisce, diverge incessantemente, secondo un accumulo di intermezzi; del senso ha solo quell'idea vaga che chiamiamo significanza. Il susseguirsi degli intermezzi non ha la funzione di far parlare i contrasti, bensì di realizzare una scrittura irradiante, molto più simile allo spazio dipinto che alla catena parlata. […] Il testo musicale non segue (per contrasti e amplificazioni), ma esplode. L'ovvio e l'ottuso
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