La lezione di Leone
Io ho preso tanti di quei 4 da farci una collana di perle. 4, rimandato a settembre…una volta si faceva così. Una volta mi feci rimandare in 4 materie e una la fecero scegliere a me. Pensa un po’ che gentili.
Perché era impossibile darmene solo tre. E quindi ricordo che scelsi storia dell’arte, pensando che fosse leggera. Invece era complicata anche quella. Niente. Ho rovinato la vacanza a mio papà e a mia mamma.
Però me lo ricordo… Mi sono ricordato di quell’amarezza di ritornare a casa e darmi dello stupido. Perché avrei potuto studiare un pochino di più ed evitarmi quell’estate orrenda.
È da lì che ho imparato quello che dovevo fare. Se nessuno mi avesse bocciato, se nessuno mi avesse dato 4, io non sarei seduto qui. Sarei un cretino di una certa età, seduto su qualche poltrona in qualche parte d’Italia. Annoiato, burbero.
Che cosa avrei potuto dirvi? No, io sono bello felice di essere qui. Faccio chilometri per essere qui. Li ho Fatti ieri, li farò oggi, li farò domani. Non mi lamento perché è un lavoro meraviglioso. Però il mio compito è strigliarvi. Non è pettinarvi il pelo.
Mi dispiace. Avrebbero dovuto chiamare un altro. Io non sono buonista per nulla. Perché credo che per educare ci voglia una certa severità. La severità non è cinismo. Non è cattiveria. È bontà.
Non è dare le pacche, le scudisciate come facevano i nostri nonni. Per carità. Quello è autoritarismo. Non serve a nulla l’autoritarismo. Serve l’autorevolezza.
Io me lo ricordo il mio insegnante di italiano del liceo. Si chiamava Leone. Dal nome era straordinario. Era bello poi. Tutte le insegnanti erano pazze di lui. Bello, lontano, imprendibile. Il massimo. Arrivava e c’era un silenzio … sembrava che fossero tutti morti. E lui l’unico vivo. E parlava. E poi ti interrogava. E quando tu ti arrampicavi sugli specchi, come succedeva, ad un certo punto faceva così: non diceva una parola. Era la tua fine.

Crediti
 Paolo Crepet
 Pinterest • Aela Labbé  • 




Quotes per Paolo Crepet

Certa frenesia metropolitana non somiglia all'angosciante fuga continua di criceti in una gabbia troppo stretta, costretti a rincorrere la propria coda? L'uomo contemporaneo cerca invano di scappare per non dover riconoscere l'ombra della propria anima, per non fare i conti con la propria inaudita infelicità.  Perché siamo infelici

Quando non sai fare niente, iniziano delle cose che si chiamano invidia, arroganza, prepotenza.
Tutto questo genera violenza Ma se tu sai fare bene le tue cose, perche devi invidiare?
Invidiare chi? Uno che è più bravo di te? Io non ho mai invidiato uno che è più bravo di me.
Ne ho conosciuti tanti. Ho conosciuto tanta gente più colta di me. Che ha fatto un sacco di cose. Anzi mi sembrava bello poterci stare insieme un'oretta. Parlarci con uno più bravo di me.

Le emozioni sono il linguaggio dell'anima e devono essere ascoltate.  La saggezza delle emozioni

Credo che anche quando siamo assieme alla persona amata dovremmo trattenere qualcosa di noi. Cosa vuoi dire? Che anche nell'amore più straordinario, nella passione più travolgente e totalizzante non ci si dovrebbe mai mettere completamente a nudo con il partner. Non si dovrebbe aprire totalmente l'armadio della propria vita, ma al contrario tenere qualche cassetto per sé. Gli angoli segreti e misteriosi danno all'altro la gioia di scoprire sempre un aspetto nuovo e sorprendente e a noi la certezza di avere uno scrigno a cui attingere nei momenti difficili.  Dirsi addio

Alza la fronte e non porre limiti alla tua ambizione: i limiti sono fatti per essere superati attraverso passione e capacità. Non è vero che nella vita bisogna accettarsi, piuttosto è fondamentale sapere che ti puoi migliorare, qualsiasi sia la stagione che stai attraversando.