Bruno è il vero eroe del pensiero: l’araldo e martire della nuova e libera filosofia. Se libertà non vuol dire un facile dimenarsi nel vuoto, ma il lottare contro gli enimmi dell’universo e contro i vecchi pregiudizi, i vecchi sistemi e tutta la potenza del vecchio mondo, non vi ha filosofo più libero di Bruno. Prometeo, rapitore dell’immortale scintilla, fu confitto alla rupe, ma non domo. Socrate, che portò la prima luce nella oscura intimità della coscienza, bevve tranquillo il veleno, che gli porsero i suoi concittadini. Bruno è degno di avere un posto accanto a Prometeo e Socrate. – Voi, diceva ai suoi giudici l’annunziatore dè mondi innumerabili, dell’infinito universo e mondi, della vita infinita di Dio nell’universo e nell’animo umano, voi profferite questa sentenza contro di me con maggior timore che io non la riceva. – La mitica leggenda ci racconta la liberazione di Prometeo. Gli ateniesi si pentirono di aver fatto morire Socrate. Bruno aspetta ancora in Italia chi onori la sua memoria, chi lo vendichi dall’anatema che pronunziarono contro di lui la superstizione e l’ignoranza.
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