La lotta con l'abissoJulio, sono caduto così in basso. Ma non c’è fondo.
Julio, non sopporto più le maledette parole. La follia, la morte. Nadja non scrive. Nemmeno Don Chisciotte.
Julio, odio Artaud (bugia) perché non voglio comprendere così sospettosamente bene
le sue possibilità di impossibilità.
Suppongo di essermi lasciato prendere la mano. E ho perso, vecchio amico della tua vecchia Alejandra che ha paura di
tutto tranne (ora, oh, Julio!) della follia e della morte. (Sono due mesi che sono in ospedale.
Eccessi e poi un tentativo di suicidio – che è fallito, ahimè).
P.S. In ospedale imparo a convivere con gli ultimi scarti. La mia migliore amica è una domestica di 18 anni
che ha ucciso suo figlio.

Crediti
 Alejandra Pizarnik
  Carta de Pizarnik a Cortázar
 SchieleArt •   • 




Quotes per Alejandra Pizarnik

Ti cerco nel vento. Non sei un grido. Ma ti cerco nel vento. La notte mi apre e sei tu. Torna ancora una volta. Il tuo volto ineffabile mi ha rivelato la mia stessa lacerazione. I tuoi occhi accecano tutto, persino la notte, il tuo nome scritto in me (...). I tuoi occhi iniziano nei miei occhi che non ti vedono più. Iniziano nella mia voce che non ti parla più. Muoiono nelle mie mani che non ti toccano più.

Il desiderio della parola.  Sulla vetta della gioia ho dichiarato riguardo a una musica mai udita. E allora? Vorrei poter vivere solo in estasi, plasmando il corpo della poesia col mio corpo, recuperando ogni frase con i miei giorni e le mie settimane, infondendo nel poema il mio respiro mentre ogni lettera di ogni parola sia stata sacrificata nelle cerimonie del vivere...  Inferno musicale

Io mi unisco al silenzio
io mi sono unita al silenzio
e mi lascio fare
e mi lascio bere
e mi lascio dire.

Quando presento un libro di poesie, nulla mi preoccupa perché mi rende felice l'idea di liberarmi del peso dei miei versi, così leggeri quando non sono più miei o inediti e quando qualche lettore privilegiato li assume e, così facendo, mi aiuta a condividere il terribile peso della parola solitaria, che cessa di esserlo grazie a questo meraviglioso incontro tra lettore e poesia.

Voglio abbracciarti selvaggiamente. Baciarti fino a quando il mio timore si allontana da me come un uccello che si allontana dal bordo tagliente della notte. Ma come posso dirtelo? Il mio silenzio è la mia maschera. Il mio dolore è quello di un bambino nella notte. Canto e ho paura. Ti amo e ho paura di te e non te lo dirò mai con la mia vera voce, questa voce lenta, profonda e triste. Perciò ti scrivo in una lingua che non conosci. Mai mi leggerai e mai saprai del mio amore.  Diari