Ti cerco nel vento. Non sei un grido. Ma ti cerco nel vento. La notte mi apre e sei tu. Torna ancora una volta. Il tuo volto ineffabile mi ha rivelato la mia stessa lacerazione. I tuoi occhi accecano tutto, persino la notte, il tuo nome scritto in me (...). I tuoi occhi iniziano nei miei occhi che non ti vedono più. Iniziano nella mia voce che non ti parla più. Muoiono nelle mie mani che non ti toccano più.
Il desiderio della parola. Sulla vetta della gioia ho dichiarato riguardo a una musica mai udita. E allora? Vorrei poter vivere solo in estasi, plasmando il corpo della poesia col mio corpo, recuperando ogni frase con i miei giorni e le mie settimane, infondendo nel poema il mio respiro mentre ogni lettera di ogni parola sia stata sacrificata nelle cerimonie del vivere... Inferno musicale
Io mi unisco al silenzio
io mi sono unita al silenzio
e mi lascio fare
e mi lascio bere
e mi lascio dire.
Quando presento un libro di poesie, nulla mi preoccupa perché mi rende felice l'idea di liberarmi del peso dei miei versi, così leggeri quando non sono più miei o inediti e quando qualche lettore privilegiato li assume e, così facendo, mi aiuta a condividere il terribile peso della parola solitaria, che cessa di esserlo grazie a questo meraviglioso incontro tra lettore e poesia.
Voglio abbracciarti selvaggiamente. Baciarti fino a quando il mio timore si allontana da me come un uccello che si allontana dal bordo tagliente della notte. Ma come posso dirtelo? Il mio silenzio è la mia maschera. Il mio dolore è quello di un bambino nella notte. Canto e ho paura. Ti amo e ho paura di te e non te lo dirò mai con la mia vera voce, questa voce lenta, profonda e triste. Perciò ti scrivo in una lingua che non conosci. Mai mi leggerai e mai saprai del mio amore. Diari
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