Il mezzo impiegato con maggiore ampiezza nella guerra attuale dalla borghesia per ingannare i popoli è quello di nascondere i fini di saccheggio dietro l’ideologia della liberazione nazionale. Gli inglesi promettono la libertad alla Belgio, i tedeschi alla Polonia, e così via. Ma in realtà, si tratta di una guerra tra gli oppressori della maggior parte delle nazioni del mondo per rafforzare ed estendere la loro oppressione.
I socialisti non possono raggiungere il loro nobile obiettivo senza combattere contro ogni oppressione nazionale. Per questo devono assolutamente richiedere che i partiti socialdemocratici dei paesi oppressori (soprattutto delle cosiddette grandi potenze) riconoscano e difendano il diritto delle nazioni deboli e oppresse all’autodeterminazione, e proprio nel senso politico di questa parola, cioè il diritto alla separazione politica. Il socialista di una grande potenza o di una nazione con colonie, che non difende questo diritto, è un social-imperialista, un patriota.
La difesa di questo diritto non solo non stimola la formazione di piccoli Stati, ma, al contrario, conduce alla costituzione, in modo più libero, più deciso e quindi più ampio e universale, di grandi Stati o federazioni di Stati che sono più vantaggiosi per le masse e più adatti allo sviluppo economico.
A loro volta, i socialisti delle nazioni oppresse devono assolutamente lottare per l’unità completa (inclusa l’unità organica) dei lavoratori delle nazioni oppresse e oppressori. L’idea di una separazione giuridica tra una e l’altra nazione (la cosiddetta autonomia culturale nazionale proposta da Bauer e Renner) è un’idea reazionaria.
L’imperialismo è l’epoca dell’oppressione crescente su tutte le nazioni del mondo intero da parte di un pugno di grandi potenze, motivo per cui la lotta per la rivoluzione socialista internazionale contro l’imperialismo è impossibile senza il riconoscimento del diritto delle nazioni all’autodeterminazione. Un popolo che opprime altri popoli non può essere libero (Marx e Engels). Un proletariato che accetti che una nazione eserciti la minima violenza su altre nazioni non può essere socialista.
Il Capitale di Karl Marx
Questo testo fondamentale del marxismo analizza il funzionamento del capitalismo, svelando le sue contraddizioni interne e la sua tendenza all’accumulazione di capitale a scapito dei lavoratori. Marx dimostra come il sistema capitalistico generi disuguaglianze sociali e sfruttamento, ponendo le basi per una critica radicale dell’ordine economico esistente e per la proposta di una società senza classi. L’opera si concentra sull’analisi del modo di produzione capitalistico, dalla circolazione delle merci al ruolo del plusvalore nella creazione del profitto.
Il Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx e Friedrich Engels
Questo testo, scritto nel 1848, espone le idee fondamentali del comunismo, offrendo una critica serrata del capitalismo e una visione della società futura senza classi. Il Manifesto descrive il conflitto di classe tra borghesia e proletariato, predice la rivoluzione proletaria e l’avvento del comunismo, una società caratterizzata da uguaglianza sociale ed economica. L’opera è un appello all’azione, un invito ai lavoratori di tutto il mondo a unirsi nella lotta per la liberazione.
Imperialismo, fase suprema del capitalismo di Vladimir Lenin
Lenin analizza l’imperialismo come fase finale del capitalismo, caratterizzata dall’esportazione di capitale, dalla spartizione del mondo tra le potenze coloniali e dalla crescente competizione tra queste ultime. In questo saggio, Lenin dimostra come l’imperialismo intensifichi le contraddizioni interne del capitalismo, creando le condizioni per la rivoluzione socialista a livello mondiale. L’opera è considerata un testo fondamentale per la comprensione dell’imperialismo e delle sue implicazioni politiche ed economiche.
Ancora nessun commento