La madre che rivendica il diritto di proprietà

Per diventare madre non basta mettere a disposizione il proprio corpo – il proprio utero -, ma è necessario un sì! radicale, un’apertura del proprio essere, un accoglimento senza riserve della vita attesa. Senza questo sì! primario, che può anche manifestarsi retroattivamente dopo la nascita del bambino, la vita non trova ospitalità e viene al mondo mutilata, dissociata dal senso, esposta ad una sensazione diffusa di superfluità e di insensatezza. È questo sì! che manca alla madre che rivendica il diritto di proprietà – di vita e di morte – sul proprio figlio.

Crediti
 Massimo Recalcati
 Le mani della madre
 SchieleArt •   • 




Quotes per Massimo Recalcati

Io sono non credente. Sono cresciuto con Marx e Pasolini, ho frequentato l'area di Lotta Continua e del Movimento 77, oggi pratico la psicoanalisi, una fede laica. Però sono convinto che ci sia qualcosa che va oltre la materia, una forza maggiore. Per me è la forza generatrice del desiderio, che dilata gli orizzonti. Ciascuno di noi si porta dentro una vocazione, siamo fatti per quella strada: quando perdiamo di vista questa linea, allora interviene la psicanalisi. O la religione.

[L'educazione sessuale nelle scuole] così come concepita è per lo più orribile, si spiegano i corpi come fossero macchine. L'educazione alla sessualità si fa attraverso la letteratura e le poesie, leggendo Dante, Petrarca, Flaubert, Proust, che sono l'unica forma di educazione all'erotismo che può funzionare a scuola. Solo così si può contrastare l'intolleranza e educare a non separare troppo la passione erotica dall'amore, in qualunque forma esso si manifesti.  Il naufragio educativo: per un'erotica dell'insegnamento

L'invidia è sempre cieca perché colpisce chi come noi ha più di noi. Non è mai invidia di qualcosa, non è tanto invidia di qualità o di proprietà.
Se spingiamo l'analisi del sentimento invidioso a fondo, come oggetto dell'invidia non troveremo altro che la vita stessa. L'invidia è sempre, come sosteneva anche Lacan, invidia della vita, della vita dell'altro che ha più vita della mia. Non si può, ovviamente, avere invidia della vita misera, depressa, spenta. L'invidia è sempre invidia della vita felice, è sempre invidia della vita piena.

Come fare amicizia con il proprio peggio  Un'analisi non è solo il racconto biografico di ciò che è già avvenuto, non è il racconto di ciò che il soggetto sa già di sé stesso, ma è la produzione di un nuovo sapere su di sé, è l'incontro del soggetto con ciò che di sé costituisce un mistero per sé stesso. In questo senso essa è, se si vuole dire così, una esperienza di realizzazione del desiderio inconscio, ovvero una sua messa in forma inedita che punta a scardinare il peso mortifero della ripetizione.  Elogio dell'inconscio

Onora tuo padre e tua madre è uno tra i comandamenti biblici più belli. Portare onore ai propri genitori – non malgrado siano imperfetti e vulnerabili, ma proprio perché essi sono tali – significa riconoscere il debito simbolico grazie al quale la vita sorge e iscrivere la propria vita nel patto tra le generazioni perché nessuna vita può farsi da sé stessa.