Cercate di sfuggire, a ogni costo, alla tentazione di conferirvi il diploma di vittima. Fra tutte le parti del corpo, quella su cui dovete esercitare la massima vigilanza è il vostro dito indice, perché ha la mania di incolpare.
Un dito puntato è la sigla della vittima ed è il contrario del segno V. Per quanto abominevole possa essere la vostra condizione, cercate di non incolparne qualcuno o qualche cosa: la storia, lo Stato, i superiori, la razza, i genitori, la fase lunare, l’infanzia, l’educazione igienica, eccetera. Il menù è vasto e noioso, e già questa vastità e questa noia dovrebbero indurre l’intelligenza a non scegliere tra i piatti della lista. Nel momento stesso in cui scaricate la colpa da qualche parte, minate la vostra volontà di cambiare le cose, qualsiasi cosa…
Il mondo in cui vi accingete a entrare non ha una buona reputazione. È riuscito meglio sotto l’aspetto geografico e visivo che sotto quello storico e sociale. Comunque, è l’unico mondo disponibile: non esiste alternativa ad esso e se ci fosse non abbiamo alcuna garanzia che sarebbe migliore.
Il mondo può essere per noi – in senso reale e, quel ch’è peggio, in senso metaforico – una giungla e insieme un deserto, una palude. In ogni modo, come ha detto Robert Frost, il miglior modo per venirne fuori è passarci in mezzo. Però, in un’altra poesia, Frost ha anche detto che essere sociali vuol dire essere indulgenti.
Per passarci in mezzo e per esser indulgenti, cercate di non badare troppo a quelli che tenteranno di rendervi la vita impossibile. Ne incontrerete molti, moltissimi – quelli che hanno una veste ufficiale e quelli che si sono nominati da sé. Sopportateli se non potete scansarli, ma date loro il minor peso possibile. Non occupatevi di loro mentalmente o verbalmente; non vantatevi di averli perdonati o dimenticati. Meglio dimenticarli e basta. Ogni atto dei veri nemici, infatti, prende significato e rilievo dal modo in cui voi reagite.
La mania di incolpare
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