La porta della stanza è chiusa
Sa la luna cosa le succede quando, battendo a una finestra del Sud, allunga i suoi raggi nella stanza: prima trova una donna seduta quieta quieta con le mani aperte sulle ginocchia, poi trova un cavallo di cartone, la sedia di un bambino, un tavolo, un letto, due poltrone; e se distende ancora di più il suo filo di luce, trova un secondo letto, una scrivania, una libreria, un vecchio che dorme col mento sul petto, le labbra aperte e la pipa fra gli ultimi denti; può ancora trovare una cartina geografica, un grosso orologio a pendolo, fotografie di parenti e di amici, un lavabo, un fucile, una chitarra, e finalmente, se nel tiretto del canterano è arrivato un po’ di soldi, tale da aggiungere una nuova comodità, ma non da rimuovere i vecchi incomodi, ecco a una parete l’apparecchio del telefono e, sulla scrivania, un mobile radio. La porta della stanza è chiusa, e il raggio della luna non può che arrampicarvisi fino a raggiungere il pomo della maniglia e farlo brillare; se potesse, per un filo o per un buco, passare di là dalla porta, vedrebbe una seconda stanza non meno rigurgitante della prima, e forse gli toccherebbe d’illuminare una folla di vestiti tetri come impiccati, e scarpe ingozzate di giornali, con la punta a destra a sinistra in alto in giù avanti indietro; ritirati dal terrazzo, per paura della rugiada, ci sono qui anche vasi di cactus, teste di vecchio che, da qualunque parte si guardino, pare abbiano il naso e gli occhi dalla parte opposta. Una sera, all’età di tre anni, mi sono addormentato nel mio predellino, accanto a una di quelle teste di vecchio; e dopo un minuto, ecco che dal vaso è uscita anche una pipa, un paio di occhiali, un bastone; tutto un vecchio si è estratto a fatica dalla poca terra della coccia e, raddrizzatosi il meglio che potesse, se n’è andato per il balcone, trascinando i piedi e facendomi cenno di tacere; quando mi sono svegliato, il vaso era in effetti vuoto, e la testa di vecchio aveva lasciato al suo posto un piccolo verme bianco.

Crediti
 Vitaliano Brancati
 Il vecchio con gli stivali
 SchieleArt •   • 




Quotes per Vitaliano Brancati

La vita, possiamo intensificarla in due modi: o cambiandone continuamente l'aspetto con viaggi, avventure, peripezie, novità, o dando alle abitudini una precisione da orologio, agli stessi incontri, agli stessi saluti, alle stesse parole un significato sempre più intimo. C'è il piacere di svegliarsi all'alba con un paesaggio del tutto sconosciuto davanti all'occhio della cabina, e c'è il piacere di andarsi a sedere davanti alla porta del circolo sempre nella stessa sedia e alla stessa ora del pomeriggio.  L'orologio di Verga

Ci sono sofferenze che scavano nella persona come i buchi di un flauto, e la voce dello spirito ne esce melodiosa.