Bisogna saper lottare contro la religione, e per questo bisogna spiegare materialisticamente l’origine della fede e della religione tra le masse. Non si può limitare, non si può ridurre la lotta contro la religione ad una propaganda ideologica astratta; bisogna legare questa lotta alla prassi concreta del movimento di classe, tendente a far scomparire le radici sociali della religione. Perché la religione si mantiene negli strati arretrati del proletariato urbano, nei larghi strati del semiproletariato, nonché fra la massa dei contadini? Per l’ignoranza del popolo, risponde il progressista borghese, il radicale o il materialista borghese. Dunque, abbasso la religione, viva l’ateismo: la diffusione delle idee ateistiche è il nostro compito principale. Il marxista dice: ciò è falso. Un simile modo di vedere non è che un intellettualismo superficiale, borghesemente limitato. Un simile modo di vedere non spiega abbastanza a fondo, non spiega materialisticamente, ma idealisticamente, le radici della religione. Nei paesi capitalistici odierni queste radici sono soprattutto sociali. L’oppressione sociale delle masse lavoratrici, la loro apparente totale impotenza di fronte alle cieche forze del capitalismo, che è causa, ogni giorno e ogni ora che passa, delle sofferenze più orribili, dei tormenti più selvaggi per la massa dei lavoratori, in misura mille volte maggiore di tutte le calamità come le guerre, i terremoti ecc.: ecco in che cosa consiste attualmente la radice più profonda della religione.
La radice più profonda della religione
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