La ricerca della verità comincia come ricerca della consistenza del mondoChe cosa intende Platone quando dice: Dunque il mio e il tuo consenso sarà il termine della verità? Questo punto è fondamentale. Il trovarsi d’accordo su qualcosa non assicura la verità della certezza comune. […] Ciò che denominiamo ricerca della verità insorge come ricerca se sia o no vero ciò di cui si è certi, ossia non sorge come ricerca della verità, ma della consistenza di ciò che si ritiene consistente. La ricerca della verità comincia come ricerca della consistenza del mondo (mondo = certezza); essa comincia come ricerca di stabilire se effettivamente si possa essere certi. All’inizio, dunque, l’orizzonte non è la verità, ma la sicurezza o consistenza di colui che ricerca. All’inizio egli si rapporta alla propria ricerca rapportandosi a sé stesso. Ciò che passa per ricerca della verità è all’inizio ricerca della propria consistenza e della consistenza del proprio mezzo per consistere. La certezza diviene luogo di ricerca solo per essere sempre più certezza. La ricerca che muove dalla certezza permane nell’orizzonte della ricerca. Se essa è dialogo, esso rimane all’interno della certezza e non si costituisce come passaggio dalla certezza alla verità, bensì come passaggio da una certezza incrinata a ad una certezza ricostituita, sicché la verità raggiunta con il dialogo non è diversa dalla verità propria di quella certezza. […] Il dialogo, insomma, è strutturalmente ed essenzialmente orientato all’unica verità dei termini che lo costituiscono. Il dialogo sorge per ricostituire l’unità perduta, ma l’intento del dialogo è finire una volta ritrovata l’unità, mentre quell’unità resta sempre da ricostituire in un dialogo infinito, perché una volta incrinata la certezza, ogni certezza resta esposta al dubbio. Per quanto essa si imponga come vera, essendo certezza appartiene ormai al dialogo, che è essenzialmente strutturato di dubbio e comincia infatti solo con il dissenso, che è il luogo del dubbio. […] L’inizio della ricerca della verità (l’inizio della ricerca del consenso di una certezza) non è cercato, la ricerca comincia senza essere voluta: mi adeguerò allo sforzo del cercare. Ciò che ricercando è voluto è che la ricerca si estingua, perché l’ideale è che della ricerca non vi sia bisogno. La ricerca, come ogni azione, sorge per estinguersi; è proprio dell’azione estinguersi con la sua fine. L’ideale della ricerca è che la ricerca non sorga: l’ideale è che il sapere proprio della certezza sia verità senz’altro, che la certezza non sia solo certezza. L’ideale non è il cercare di sapere, ma il sapere senza cercare. […] La verità che può venire cercata con il dialogo è ancora la verità di questa ricerca, mentre l’effettiva ricerca della verità è la presenza della verità in questa ricerca. (Non verità di questa ricerca, ma presenza della verità in questa ricerca: nonostante questa ricerca, non in virtù di essa).

Crediti
 Giovanni Romano Bacchin
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Quotes per Giovanni Romano Bacchin

La domanda che cos'è la metafisica? tenta questa sola cosa: condurre le scienze a riflettere sul fatto che esse incontreranno necessariamente, e perciò sempre e dappertutto, il tutt'altro rispetto all'ente, il niente di ente. A loro insaputa, esse stanno già in riferimento all'essere. Solo dalla verità dell'essere, di volta in volta dominante, esse ricevono una luce per poter vedere e considerare come tale, l'ente che si rappresentano.

L'antico tema della filosofia, unico attraverso il negato tempo che lo oscura ma non lo toglie, che Platone eredita consapevolmente dal tremendo Parmenide ed affida ad Aristotele è quello che esaspera in sé ogni particolare ricerca, quale sapere di non sapere; l'autentico problema umano che ne resta illuminato in tutta la sua estensione indivisa è non più la serie di problemi, adattate esistenze nel mondo esigente astuzia e scienza, ma l'essere se stesso problema, problema in cui l'uomo, già configurato come suo portatore indiscusso, si discute come da esso portato alla meraviglia di essere, che è meravigliosamente sapersi inessente.

Se non è necessario che problema vi sia, il necessario non è problematico, non entra in alternativa con nulla.

Per dire che passaggio non è si dice che è passaggio senza punti trapassati dalla linea che li congiunge, si negano i punti, riconcentrando la linea del movimento in ciascuno di essi, indivisibilmente. Ciascun punto è già tutto il circolo, ma poiché il circolo infinito è unico, nessun punto ha in sé qualcosa che altro punto non abbia.  Saggio di filosofia teoretica

L'autentica solitudine della coscienza singola è la libertà del suo non essere accomunabile, che è però universalità del suo essere coscienza.