Una volta la salda reputazione era una cosa estremamente utile, e ovunque la società continua sempre a essere dominata dall’istinto del gregge è ancor oggi quanto mai consono al fine di ogni individuo far passare per inalterabili il proprio carattere, come la propria occupazione, anche se questi, in fondo, non lo sono.
«Si può fare assegnamento su di lui, egli è sempre coerente con sé stesso»: questa è, in tutte le contingenze pericolose della società, la lode che ha più significato.
La società sente con soddisfazione di avere nella virtù di questo, nell’ambizione di quello, nella riflessione e nella passione di quell’altro, uno strumento fidato, pronto a ogni momento — essa tiene in sommo onore questa natura strumentale, questa costante fedeltà a sé stessi, questa irremovibilità nelle opinioni, nelle aspirazioni e perfino nelle non virtù.
Un siffatto apprezzamento, che è e fu in auge ovunque, unitamente all’eticità del costume, educa «caratteri» e getta il discredito su ogni cambiamento, su ogni diverso orientamento, su ogni trasformazione di sé. Per quanto grande possa essere del resto il vantaggio di un tal modo di pensare, si tratta comunque, per la conoscenza, della forma di giudizio universale più nociva tra tutte: infatti, proprio la buona volontà dell’uomo della conoscenza, di dichiararsi intrepidamente, in ogni tempo, in antitesi alla sua preesistente opinione e di nutrire in generale diffidenza per tutto quanto in noi voglia stabilizzarsi, è qui condannata e sottoposta al discredito.
I sentimenti dell’uomo della conoscenza, in quanto sono in contraddizione con la «salda reputazione», sono considerati come disonorevoli, mentre la pietrificazione delle opinioni ha per sé ogni onore: in balìa d’un siffatto criterio di valore dobbiamo vivere ancor oggi!
Come è difficile vivere, quando si sente contro e intorno a sé il giudizio di molti millenni! È probabile che per molti millenni sia gravato sul conoscere il peso della cattiva coscienza, e che debbano esserci stati nella storia dei più grandi spiriti molto disprezzo di sé e molta segreta infelicità.
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