Der Tod und der Mann
Una volta la salda reputazione era una cosa estremamente utile, e ovunque la società continua sempre a essere dominata dall’istinto del gregge è ancor oggi quanto mai consono al fine di ogni individuo far passare per inalterabili il proprio carattere, come la propria occupazione, anche se questi, in fondo, non lo sono.

«Si può fare assegnamento su di lui, egli è sempre coerente con sé stesso»: questa è, in tutte le contingenze pericolose della società, la lode che ha più significato.
La società sente con soddisfazione di avere nella virtù di questo, nell’ambizione di quello, nella riflessione e nella passione di quell’altro, uno strumento fidato, pronto a ogni momento — essa tiene in sommo onore questa natura strumentale, questa costante fedeltà a sé stessi, questa irremovibilità nelle opinioni, nelle aspirazioni e perfino nelle non virtù.

Un siffatto apprezzamento, che è e fu in auge ovunque, unitamente all’eticità del costume, educa «caratteri» e getta il discredito su ogni cambiamento, su ogni diverso orientamento, su ogni trasformazione di sé. Per quanto grande possa essere del resto il vantaggio di un tal modo di pensare, si tratta comunque, per la conoscenza, della forma di giudizio universale più nociva tra tutte: infatti, proprio la buona volontà dell’uomo della conoscenza, di dichiararsi intrepidamente, in ogni tempo, in antitesi alla sua preesistente opinione e di nutrire in generale diffidenza per tutto quanto in noi voglia stabilizzarsi, è qui condannata e sottoposta al discredito.

I sentimenti dell’uomo della conoscenza, in quanto sono in contraddizione con la «salda reputazione», sono considerati come disonorevoli, mentre la pietrificazione delle opinioni ha per sé ogni onore: in balìa d’un siffatto criterio di valore dobbiamo vivere ancor oggi!

Come è difficile vivere, quando si sente contro e intorno a sé il giudizio di molti millenni! È probabile che per molti millenni sia gravato sul conoscere il peso della cattiva coscienza, e che debbano esserci stati nella storia dei più grandi spiriti molto disprezzo di sé e molta segreta infelicità.

Crediti
 Friedrich Nietzsche
 La Gaia Scienza
  296
 SchieleArt •  Der Tod und der Mann • 1911




Quotes per Friedrich Nietzsche

A Franz Overbeck. Torino, 18.10.1888  Caro amico, ieri ho fatto, con la Tua lettera in mano, la mia consueta passeggiata pomeridiana fuori Torino. Ovunque la più limpida luce di ottobre, lo splendido viale alberato, che per circa un'ora mi ha condotto lungo il corso del Po, quasi non ancora sfiorato dall'autunno. Adesso sono l'uomo più colmo di gratitudine del mondo – con una disposizione d'animo autunnale nel miglior senso del termine: è il periodo della mia grande vendemmia. Tutto mi diventa facile, tutto mi riesce…  Lettere da Torino

Diventare ciò che si è, presuppone non si immagini nemmeno lontanamente ciò che si è. Da questo punto di vista, hanno un loro senso e valore anche i passi falsi che si fanno nella vita: le deviazioni temporanee, i giri viziosi, le esitazioni, gli attacchi di modestia, la serietà sperperata in doveri che, col proprio dovere, nulla hanno a che fare.

Allo spirito libero, al «devoto della conoscenza» - la pia fraus ripugna ancor più (è più contraria alla sua «devozione») che la impia fraus. Da ciò la sua profonda incomprensione verso la Chiesa, - che è la sua non libertà - poiché egli appartiene al tipo di «spirito libero».

Perché io protesto? Perché non voglio che si consideri come qualcosa di alto e anzi come norma dell'uomo, questa piccola, pacifica mediocrità, questo equilibrio di un'anima che non conosce i grandi impulsi delle grandi accumulazioni di forza.

Nella vita c'è tanta sofferenza superflua che di dolore dovremmo averne abbastanza.
E invece ecco aggiungersi tutte le sofferenze che portano con sé le opinioni.
Perché ci si sente così bene in mezzo alla natura? Perché questa non ha opinioni su di noi.