Se mi volto a guardare la strada che ho percorso, posso dire di aver speso bene la mia vita. Sì, e posso dirlo in coscienza. Io ho fatto una scelta da giovane e, se per un prodigio tornassi indietro, rifarei la stessa scelta. Perché era una scelta giusta. O di solito non vado ai ricevimenti. Preferisco stare con mia moglie, la sera, o leggermi un libro o recarmi a teatro. Ma a volte capita che debba andare ai ricevimenti e allora vedo quei professionisti ricchi e provo una tale pena per loro. Hanno conquistato il denaro, sì. Hanno conquistato il successo e il potere. Eppure sono frustrati perché si sono accorti di aver avuto una vita vuota. Non vorrei essere al posto loro quando viene l’ora dei lupi. Ingmar Bergman la chiama l’ora dei lupi, cioè l’ora antelucana, l’ora in cui ci troviamo soli anche se accanto c’è la compagna della nostra vita, e non possiamo mentire a noi stessi. La mia ora dei lupi è alle cinque del mattino, quando mi sveglio magari per riaddormentarmi, e nella penombra analizzo ciò che ho fatto il giorno prima. Ne esce un esame di coscienza che si allunga nel tempo, nel passato, e non ci trovo errori. Oh, non che possa negare d’aver commesso errori. Chi cammina talvolta cade. Solo chi sta seduto non cade mai. Però i miei errori sono frange che invariabilmente nascono dal mio caratteraccio. Non sono errori sostanziali. Il mio caratteraccio… Sono sempre stato un passionale, un impetuoso. Anche da giovane e prima di finire in carcere. Non posso darne la colpa al carcere, alle sofferenze, e anzi ora son migliorato. Questa mia carica, se non altro, è servito a imbrigliare un poco le mie impazienze.
Il filosofo vive così in uno stato intermedio: non è sapiente, ma non è neanche non sapiente. È dunque costantemente diviso fra la vita non filosofica e la vita filosofica, tra la sfera dell'abituale e del quotidiano e la sfera della coscienza e della lucidità. Nella misura stessa in cui è pratica di esercizi spirituali, la vita filosofica strappa dalla vita quotidiana: è una conversione, un cambiamento totale di visione, di stile di vita, di comportamento.
Pierre HadotIl problema del destino della specie umana a me sembra sia questo: se, e fino a che punto, l'evoluzione civile degli uomini riuscirà a dominare i turbamenti della vita collettiva provocati dalla loro pulsione aggressiva e autodistruttrice. In questo aspetto proprio il tempo presente merita forse particolare interesse. Gli uomini adesso hanno esteso talmente il loro potere sulle forze naturali, che giovandosi di esse sarebbe facile sterminarsi a vicenda, fino all'ultimo uomo.
Sigmund Freud Il disagio della civiltàLa biotecnologia ci offre la possibilità di sconfiggere malattie e prolungare la vita, ma ci costringe anche a interrogarci sulla qualità della vita stessa.
Yuval Noah Harari Da animali a deiVi svelerò un segreto: non leggiamo e scriviamo poesia perché è bella. Leggiamo e scriviamo poesia perché apparteniamo alla razza umana; e la razza umana è piena di passione. La medicina, il diritto, il commercio, l'ingegneria sono carriere nobili e necessarie per dignificare la vita umana. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore sono cose che ci mantengono vivi.
Peter Weir L'attimo fuggentePer ogni bomba un milione di carezze nutre la vita, la felicità è una scuola silenziosa
Daisaku Ikeda La felicità in questo mondo
- L'importanza della memoria
La memoria del defunto gioca un ruolo fondamentale nel lutto. Celebrare la vita, condividere ricordi e onorare la loro eredità può portare conforto e ispirazione.
- La complessità umana in tempi difficili
Una donna anziana, morente di enfisema, ricorda il passato con orgoglio e contraddizioni, negando la mostruosità di un uomo e riflettendo su tempi particolari.
- Distruzione del passato
La perdita di memoria storica minaccia le nuove generazioni e l'Europa, riscoperta solo dalla pandemia.
- Il mantello del passato
Il passato è un mantello di emozioni che ci offre conforto e insegnamenti, rivelando il significato di dolore e fallimento.
- La memoria come forza attiva nel pensiero di Benjamin
Esplora la concezione di Walter Benjamin sulla memoria e la tradizione, dove la memoria diventa una forza attiva per decostruire narrazioni dominanti.
Il giardino dei Finzi Contini, Giorgio Bassani
Un racconto di identità e scelte personali, ambientato nella comunità ebraica di Ferrara. Il libro esplora le sfide e le decisioni che caratterizzano la vita di una famiglia ebraica prima della seconda guerra mondiale.
Il deserto dei Tartari, Dino Buzzati
Un romanzo che esplora il tema della speranza e delle aspettative, con una narrazione che sfida le scelte. Il protagonista attende per anni la guerra che non arriva, riflettendo sulla vita e sulle scelte che lo portano a un destino inaspettato.
Siddhartha, Hermann Hesse
Un racconto filosofico sulla ricerca della verità e della consapevolezza attraverso le scelte di vita. Il protagonista, Siddhartha, attraversa varie fasi della vita, imparando dalle esperienze e dalle decisioni che prende.
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