Nei primi anni sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c’erano più. (Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani sé stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta). Quel qualcosa che è accaduto una decina di anni fa lo chiamerò dunque scomparsa delle lucciole.
Dopo la scomparsa delle lucciole si ha la falsificazione e l’abbandono dei valori nazionalizzati… del vecchio universo agricolo e paleocapitalistico… Chiesa, patria, famiglia, obbedienza, ordine, risparmio, moralità non contano più. E non servono neanche più in quanto falsi… A sostituirli sono i valori di un nuovo tipo di civiltà, totalmente altra rispetto alla civiltà contadina e paleoindustriale. Il nostro paese viene sottoposto alla prima unificazione reale.
L’industrializzazione degli anni Settanta e il comportamento coatto del potere dei consumi ha realizzato una mutazione profonda, decisiva ricreando e deformando la coscienza del popolo italiano, fino a una irreversibile degradazione. Non siamo più di fronte, come tutti ormai sanno, a tempi nuovi, ma a una nuova epoca della storia umana, di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche.
La scomparsa delle lucciole
Crediti
Quotes per Pier Paolo Pasolini
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