Cercare e volere la purezza in ogni cosa, dalla razionalità alla razza, è costringere ogni cosa a convergere in un solo e determinato punto, annientando il resto dall’interno all’esterno. In questo proposito assurdo, denunciato o dichiarato dallo stesso movimento del cercare e volere, ci s’imbatte e si sbatte contro la natura stessa delle cose, e in quello che è il banco di prova di una forza, che non ci appartiene e cui possiamo solo appartenere. Tipica visione distorta di un intelletto che muove per conoscere e sottomettere, nonché, appropriarsi di quella forza in natura, che è poi anche la propria, ma di cui certo, non ci si impadronisce, poiché scorrendo passa sovente di mano e, seppur ignori ogni volere, sempre lo annette per portarsi avanti comunque sia. E così, di certo accadrà, che ci si sentirà favoriti dalla sorte, quando la stessa forza andrà a coincidere, col dove si vuole di un determinato intelletto a discapito di un altro ma, tempo al tempo per noi, che la porta è girevole. La seduzione e reversibilità delle cose, aspetta al varco, portando con sé, ogni senso di fallimento, insoddisfazione, dolore, paura, che allo stesso intelletto sembreranno di conseguenza, ma che in realtà, sono proprio ciò, da cui ogni insano proposito scaturisce. Questa famigerata purezza, che il pensiero ambisce proprio perché se ne è distaccato, per quanto logico nell’assurdo che sia, è proprio lì, in quel punto preciso, da cui si diparte ramificandosi nel suo movimento frammentato, è dunque, in ogni dove in assenza di pensiero, laddove seppur sempre e solo questo è, ma nel momento in cui l’intelletto se ne stacca, ogni cosa per essere pura, deve essere totalmente dalla sua parte, togliendo respiro a tutto il resto che, lo si voglia o meno, respira con te… caro il mio intelletto.
La seduzione e reversibilità delle cose
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