La semplicità del linguaggio
Tutti sono capaci di parlare in modo oscuro e noioso: la chiarezza e la semplicità invece sono scomode. Non solo perché richiedono più sforzo e più talento, ma perché quando si è costretti a essere chiari non si può barare.
Non puoi nasconderti dietro perifrasi ridondanti, dietro parole vuote, dietro circonvoluzioni verbali che servono soltanto a confondere l’ascoltatore, devi andare dritto al punto. Parlare in modo complicato invece, utilizzare parole difficili sta a segnalare che si fa parte dei privilegiati, si viene invitati ai convegni, si viene coperti di onori. Ma bisogna chiedersi se tutti quei discorsi hanno un contenuto, se non si riesce a dire la stessa cosa con parole semplici. E quasi sempre ci si riesce.
La divulgazione deve fare i conti con questi due problemi, che richiedono competenza e immaginazione: cioè da un lato comprendere nel modo giusto le cose: dall’altro essere non solo chiari ma anche non-noiosi, anzi, non aver paura di esser divertenti. Ho sempre diffidato istintivamente dei parolai. Amo la semplicità e la chiarezza per un motivo: la conoscenza è una ricchezza, e la ricchezza va condivisa.

Crediti
 Piero Angela
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Quotes per Piero Angela

Cosa ce ne facciamo dei ragazzi che prendono 10, 9, 8 a scuola se non sono in grado di intervenire quando viene fatto del male ad un compagno, quando hanno delle prestazioni eccezionali ma non hanno strumenti per aiutare un loro amico e riconoscere un bisogno. Si punta troppo sulle prestazioni e troppo poco sui sentimenti, troppo egoismo e impoverimento emotivo.
Un figlio prima deve diventare un uomo inteso “persona con valori”. Non puntiamo solo sulle prestazioni.

La buona educazione consiste non soltanto nel comportarsi bene, ma anche nel fare in modo che gli altri si comportino bene. Rispettare le regole, ma farle anche rispettare. Si sa che questo secondo aspetto è poco popolare da noi (Ma di cosa ti impicci?, Lascia perdere, Vivi e lascia vivere ecc.). Questo modo di agire, o meglio di non reagire, ha creato in un certo senso un'assuefazione ai piccoli (ma poi anche ai grandi) abusi.

Per fare pulizia nel cielo ci vogliono energie pulite, per fare energie pulite ci vuole tempo, per fare in fretta ci vogliono molti investimenti, per fare molti investimenti ci vogliono decisioni politiche, per prendere decisioni politiche ci vuole un'opinione pubblica favorevole, perché l'opinione pubblica sia favorevole ci vogliono forti motivazioni e perché ci sia una forte motivazione ci vuole molta informazione.

La demeritocrazia è quello che capita in certe burocrazie pubbliche, dove l'assenza di premi e punizioni (chi fa bene non viene adeguatamente premiato, chi fa male non può essere adeguatamente punito) crea una mancanza di motivazioni e un appiattimento verso il basso delle prestazioni.

Le risposte sono sempre limitate, provvisorie, insoddisfacenti.
Le domande invece sono il vero motore dell'attività mentale: un uomo che non si pone domande, o che si contenta delle risposte, non va molto lontano.
L'uomo deve dubitare: il dubbio è un atteggiamento di ricerca, di esplorazione: la certezza, soprattutto quella ideologica o dogmatica, possono forse renderlo più integrato, e in un certo senso più felice, ma con un costo intellettuale molto elevato, che è quello della sua rinuncia a dubitare, esplorare, e quindi pensare.