La sfida della divulgazione
L’ambiente in cui oggi viviamo e pieno di linguaggi che non comprendiamo: linguaggi che riguardano il mondo dell’economia, della tecnologia, dell’arte, della politica, della scienza ecc. La difficoltà, molto spesso, non è nei concetti, ma nel modo in cui sono espressi. […] La divulgazione deve infatti fare i conti con questi due problemi, che richiedono competenza e immaginazione. Occorre da un lato comprendere nel modo giusto le cose, interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio, dall’altro essere non solo chiari ma anche non-noiosi, pur mantenendo integro il messaggio. Per queste ragioni, paradossalmente, si può dire che è più difficile essere facili. Tutti, infatti, sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso: la chiarezza e la semplicità, invece, sono scomode. Non solo perché richiedono più sforzo e più talento, ma perché quando si è costretti a essere chiari non si può barare. Sappiamo tutti, per esperienza, che le parole possono spesso servire da cortina fumogena per nascondere i pensieri.
O per nascondere la propria ignoranza su certi argomenti. Rimanendo nel vago e nell’ambiguo, si riescono più facilmente a mascherare i buchi. Invece, quando si è obbligati a esser semplici, bisogna dimostrare di aver capito davvero. Anzi di essere arrivati al nocciolo della questione e di averne individuato i meccanismi.

Crediti
 Piero Angela
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Quotes per Piero Angela

Per fare pulizia nel cielo ci vogliono energie pulite, per fare energie pulite ci vuole tempo, per fare in fretta ci vogliono molti investimenti, per fare molti investimenti ci vogliono decisioni politiche, per prendere decisioni politiche ci vuole un'opinione pubblica favorevole, perché l'opinione pubblica sia favorevole ci vogliono forti motivazioni e perché ci sia una forte motivazione ci vuole molta informazione.

Cosa ce ne facciamo dei ragazzi che prendono 10, 9, 8 a scuola se non sono in grado di intervenire quando viene fatto del male ad un compagno, quando hanno delle prestazioni eccezionali ma non hanno strumenti per aiutare un loro amico e riconoscere un bisogno. Si punta troppo sulle prestazioni e troppo poco sui sentimenti, troppo egoismo e impoverimento emotivo.
Un figlio prima deve diventare un uomo inteso “persona con valori”. Non puntiamo solo sulle prestazioni.

La buona educazione consiste non soltanto nel comportarsi bene, ma anche nel fare in modo che gli altri si comportino bene. Rispettare le regole, ma farle anche rispettare. Si sa che questo secondo aspetto è poco popolare da noi (Ma di cosa ti impicci?, Lascia perdere, Vivi e lascia vivere ecc.). Questo modo di agire, o meglio di non reagire, ha creato in un certo senso un'assuefazione ai piccoli (ma poi anche ai grandi) abusi.

L'Homo sapiens è qui da centomila anni, o forse più. Come sarà il mondo fra centomila anni? Come saranno le città, la natura, il lavoro, l'amore, l'arte? Come sarà la specie umana (se ci sarà ancora)? Penso che non mi piacerebbe vivere in quel mondo. Mi dà l'idea di un mondo freddo, dove non ci sarà più niente da scoprire, forse neanche la diversità degli altri. Magari non sarà così, ma decisamente penso di essere stato fortunato a vivere in questo secolo, pieno di problemi, sì, ma anche di bellezza, di umanità e di cose straordinarie.  Il mio lungo viaggio

Le risposte sono sempre limitate, provvisorie, insoddisfacenti.
Le domande invece sono il vero motore dell'attività mentale: un uomo che non si pone domande, o che si contenta delle risposte, non va molto lontano.
L'uomo deve dubitare: il dubbio è un atteggiamento di ricerca, di esplorazione: la certezza, soprattutto quella ideologica o dogmatica, possono forse renderlo più integrato, e in un certo senso più felice, ma con un costo intellettuale molto elevato, che è quello della sua rinuncia a dubitare, esplorare, e quindi pensare.