La solitudine di Lenz: analisi di un'anima tormentataLenz rabbrividì appena toccò le membra fredde e vide gli occhi vitrei semiaperti. La bimba gli apparve tanto abbandonata, ed egli stesso così solo, e solitario; si prostrò sul cadavere; la morte lo spaventò, un dolore violento lo prese: questi tratti, questo viso immobile dovevano dunque decomporsi; si prostrò e pregò con tutta la violenza della disperazione, poiché era così debole e infelice, che Dio gli desse un segno e rianimasse la bambina; poi sprofondò completamente in se stesso, concentrando tutta la sua volontà su un punto solo, e a lungo rimase così, rigido… Poi si precipitò fuori, come inseguito, su per la montagna… Nel suo petto era il canto trionfale dell’inferno. Il vento risonava come una canzone di titani, gli pareva di poter serrare un pugno enorme contro il cielo e tirare giù Dio e trascinarlo fra le sue nubi; di poter stritolare il mondo con i denti e sputarlo in faccia al creatore; imprecava, bestemmiava. Così giunse alla cima della montagna, e l’incerta luce si stendeva laggiù dov’eran le bianche masse di pietra, e il cielo era uno stupido occhio azzurro, e la luna ci stava dentro, quanto mai ridicola e sciocca. Lenz dovette ridere forte, e col riso l’afferrò l’ateismo.

Crediti
 Georg Büchner
 Lenz
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Citazioni correlate

  • Forse è su questi piani che s’incontrano lune e comete, favole e mari.
    Nelle ore d’amarezza immagino sfere di zaffiro, di metallo.
    Sono padrone del silenzio.
     Arthur Rimbaud    Infanzia

  • Quando il dolore riesce a parlare, ci si accorge di quel che è maturato silenziosamente in esso e si raccolgono i frutti.
     Ferruccio Masini  

  • E voi, uomini del potere, magistrati irosi, proprietari codardi, mi avete almeno capito? […] Non fate che la nostra disperazione esploda, perché anche se i vostri soldati e poliziotti riuscissero a conculcarci, non potreste resistere a quella che sarebbe la nostra ultima risorsa. Non é il regicidio, né l'assassinio, né il veleno, né l'incendio, né il rifiuto di lavorare, né l'emigrazione, né l'insurrezione, né il suicidio; é qualcosa più terribile di tutte queste cose, qualcosa che si può vedere ma di cui non si può parlare.
     Pierre-Joseph Proudhon  

  • A volte si vive per anni con degli amici, è un'occasione rara. Altri amici vanno e vengono a seconda delle loro occupazioni o noi delle nostre. Alcuni stanno con noi mesi, giorni o solamente poche ore, ma ogni amicizia è una conquista durevole.
    Credo del resto che l'amicizia, come l'amore, del quale ha un po' la stessa natura, possa paragonarsi a una figura di danza ben riuscita, ci vogliono molto slancio e molto controllo, molta energia e tanta delicatezza, molte parole e molti silenzi e soprattutto molto rispetto.
     Marguerite Yourcenar  

  • La modernità dipinge l'uomo diviso, un autoritratto che grida la sua fragilità contro il silenzio del mondo
     Giulio Carlo Argan    L'arte della modernità

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