Ci è lecito oggi sperare che non tutto sia perduto per la nostra umanità? Con umanità non intendo il genere umano come specie biologica, la quale è fin troppo prolifica, ma il fenomeno morale che è in gioco nel nostro esserci. Spesso ripenso al lavoro cosmico che è stato necessario per dare origine a noi esseri umani con la nostra statura eretta, l’infinita complessità del nostro cervello capace di intelligenza analitica e di ragione sintetica, il nostro cuore con l’intera gamma dei sentimenti e soprattutto la nostra coscienza in grado di distinguere il bene dal male e di giungere a scegliere il bene, e mi dico quanto dovremmo essere colmi di meraviglia e grati per ciò che siamo alla luce delle condizioni iniziali del cosmo, descritte da alcuni scienziati in termini di «zuppa di quark».
Da una zuppa di quark a un essere umano; o meglio, a un essere capace di diventare e rimanere umano: non è un passaggio così ovvio, neppure alla luce dei miliardi di anni trascorsi, e sottolineo umano per indicare la dimensione morale, cioè l’esistenza della libertà e la sua possibilità di maturare come consapevolezza, creatività e responsabilità.
La coscienza morale, Jonathan Haidt
Un’analisi della moralità umana e dei fattori che influenzano le nostre scelte etiche.
Essere umani: una filosofia della natura, Hans Jonas
Un’opera che esplora la condizione umana e il nostro posto nell’universo, con un focus sulla responsabilità morale.
La libertà e la responsabilità, Jean-Paul Sartre
Un saggio che affronta il tema della libertà individuale e della responsabilità in un mondo complesso.
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