Io sono fatto
1° di nulla
2° di volontà,
3° di ripulsione per tutto quanto è stato trovato, inventato e amato dagli uomini, e mi porterò sul collo i grugni, le minchie e i culi dei babbini buoni
soddisfatti, eruttanti, fiorenti.
Ho visto la testa di quel moccioso nei miei coglioni ritirarsi, bavosa ed ebbra del pus aspirato, pus della carne spappolata e saccheggiata e la cui appiccicosa putrefazione la faceva gorgheggiare.
Perché facendo virare il mio cuore crudele i demoni gli hanno conferito il tono paterno del padre buono, il quale non è altro che una gravidanza imposta.
E sono ripulito di un sistema di creazione attinto al mio stesso ventre, uno stadio infantile che non ha gli alti sviluppi vertice.
La storia vissuta di Artaud mômo è dunque la storia del baratro Arto, dilacerato, squartato, dilatato, stravolto, rivoltato, poi crocifisso e avvelenato.
Dirlo un punto dopo l’altro.
Non è stupefacente del resto vedere che tutto va così male quando si sa che tutti gli esseri sono nati soltanto dal loro amore del male e per servirlo.
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