La storia non si snoda come una catena di anelli ininterrotta.
In ogni caso molti anelli non tengono.
La storia non contiene il prima e il dopo,
nulla che in lei borbotti a lento fuoco.
La storia non è prodotta da chi la pensa
e neppure da chi l’ignora.
La storia non si fa strada, si ostina,
detesta il poco a poco, non procede né recede,
si sposta di binario e la sua direzione non è nell’orario.
La storia non giustifica e non deplora,
la storia non è intrinseca perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
La storia non è magistra di niente che ci riguardi.
Accorgersene non serve a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche e nascondigli.
C’è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge quanto più può:
se esagerasse, certo sarebbe meglio,
ma la storia è a corto di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s’incontra l’ectoplasma d’uno scampato
e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n’ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono più liberi di lui.
La Storia
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