La nostra è un’epoca fondamentalmente tragica, anche se ci rifiutiamo di considerarla tale. Il cataclisma c’è stato, siamo tra le rovine, ma cominciamo a ricostruire nuovi piccoli habitat, a riavere nuove speranze. È un compito non facile; la strada verso il futuro è piena di ostacoli che dobbiamo aggirare, scavalcare. Si deve continuare a vivere, anche se il cielo ci è piombato addosso.
Queste erano, più o meno, le sensazioni di Constance Chatterley. La guerra le aveva fatto crollare il mondo in testa. E lei aveva compreso che imparando si sopravvive.
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