Il soggetto di Lacan è mancanza-a-essere, che richiama la mancanza-d’essere della condizione umana. Il soggetto non è l’individuo, è diviso e non ha una sostanza, come il per – sé di Sartre. Il soggetto è un effetto della combinatoria. La sua mancanza è sorretta da una costruzione, da una struttura, la cui costituzione deve fare i conti con le due versioni dell’Altro che Lacan propone: maiuscolo e minuscolo, l’Altro e l’altro. L’Altro precede il soggetto, da cui dipende in modo essenziale. L’assenza del grande Altro. […] Sul versante del piccolo altro come oggetto, Lacan declina tre forme di mancanza dell’oggetto, assenze di oggetto di soddisfacimento, essenziali per la crescita del bambino: privazione, frustrazione e castrazione. Dalla mancanza sorge il desiderio: è una tesi classica. Il soggetto è alla ricerca dell’oggetto – evidentemente assente – che potrebbe soddisfarlo. Lacan seguendo Freud, mostra che il motore del desiderio è la ricerca di un oggetto da sempre perduto, il ritrovamento di qualcosa che non si è mai posseduto. Di qui la distinzione che porrà nel secondo momento del suo insegnamento, tra oggetto-causa del desiderio – in realtà un buco, un’assenza produttiva – e oggetto mira. La stessa esperienza del desiderio ipostatizza l’assenza: è l’esperienza di un’insoddisfazione, di una perdita di padronanza, di una perdita di identità e dell’imporsi di un’alterità. Nasce in relazione al desiderio dell’Altro ma tende a introdurre una separazione. Alla fine si rivela come desiderio di niente perché nessun oggetto può essere adeguato a soddisfarlo. Ma allora, in un certo senso, l’assenza è l’oggetto. Nei termini di Lacan, il desiderio è la metonimia della mancanza-a-essere: il suo motore è la mancanza, l’assenza dell’oggetto, cerca di saturarla ma è nell’impossibilità di farlo.
La teoria del Soggetto e il Desiderio
Il soggetto di Lacan è mancanza-a-essere, che richiama la mancanza-d’essere della condizione umana. Il soggetto non è l’individuo, è diviso e non ha una sostanza, come il per – sé di Sartre. Il soggetto è un effetto della combinatoria. La sua mancanza è sorretta da una costruzione, da una struttura, la cui costituzione deve fare i conti con le due versioni dell’Altro che Lacan propone: maiuscolo e minuscolo, l’Altro e l’altro. L’Altro precede il soggetto, da cui dipende in modo essenziale. L’assenza del grande Altro. […] Sul versante del piccolo altro come oggetto, Lacan declina tre forme di mancanza dell’oggetto, assenze di oggetto di soddisfacimento, essenziali per la crescita del bambino: privazione, frustrazione e castrazione. Dalla mancanza sorge il desiderio: è una tesi classica. Il soggetto è alla ricerca dell’oggetto – evidentemente assente – che potrebbe soddisfarlo. Lacan seguendo Freud, mostra che il motore del desiderio è la ricerca di un oggetto da sempre perduto, il ritrovamento di qualcosa che non si è mai posseduto. Di qui la distinzione che porrà nel secondo momento del suo insegnamento, tra oggetto-causa del desiderio – in realtà un buco, un’assenza produttiva – e oggetto mira. La stessa esperienza del desiderio ipostatizza l’assenza: è l’esperienza di un’insoddisfazione, di una perdita di padronanza, di una perdita di identità e dell’imporsi di un’alterità. Nasce in relazione al desiderio dell’Altro ma tende a introdurre una separazione. Alla fine si rivela come desiderio di niente perché nessun oggetto può essere adeguato a soddisfarlo. Ma allora, in un certo senso, l’assenza è l’oggetto. Nei termini di Lacan, il desiderio è la metonimia della mancanza-a-essere: il suo motore è la mancanza, l’assenza dell’oggetto, cerca di saturarla ma è nell’impossibilità di farlo.
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