La vecchiaia come anticamera della morte
Sin da quando siamo nati ci hanno insegnato che apparire è più importante che essere. E a questo dogma terribile abbiamo sacrificato il nostro corpo, incaricandolo di rappresentare quello che propriamente non siamo, o addirittura abbiamo evitato di sapere. La faccia della persona matura è un atto di verità, mentre la maschera dietro cui si nasconde un volto trattato con la chirurgia è una falsificazione che lascia trasparire l’insicurezza di chi non ha il coraggio di esporsi alla vista con la propria faccia. Preferire una velina a una persona matura significa preferire l’anonimato di un corpo a un corpo formato da un carattere, che nell’età matura appare nella sua unicità, facendoci finalmente conoscere quel che davvero una persona è nella sua specifica unicità. […] Finisce per dar corda a quel mito della giovinezza che visualizza la vecchiaia come anticamera della morte.

Crediti
 Umberto Galimberti
 I miti del nostro tempo
 SchieleArt •   • 




Quotes per Umberto Galimberti

La conseguenza della società della produzione e dell’efficienza è l’inaridimento della vita interiore, la desertificazione della vita emozionale, pur di rispondere al profilo che l’algoritmo che ci ha scelto ha elaborato per noi, non per sapere chi siamo, ma a cosa serviamo.

Oggi i giovanissimi sono più soli e più depressi, più rabbiosi e ribelli, più nervosi e impulsivi, più aggressivi e impreparati alla vita, perché privi di quegli strumenti emotivi indispensabili per dare avvio a quei comportamenti quali l’autoconsapevolezza, l’autocontrollo, l’empatia, senza i quali saranno capaci di parlare, ma non di ascoltare, di risolvere i conflitti, di cooperare.  Gli analfabeti delle emozioni

Ciò produce una metamorfosi dell'individuo che ormai si riconosce solo nella propria immagine, e perciò non cerca più se stesso.

Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identità non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso più autentica. Nasciamo nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato, un giorno sappiamo dire: Non sono come tu mi vuoi.  Il tradimento perfetto

Alle persone tristi consiglio la massima storica substine et abstine. Reggi la sofferenza e astieniti dal metterla in scena. Gli stoici la indicavano come forma da acquisire per rafforzare il carattere. Io la consiglio per non perdere gli amici che dopo un Su, forza! ti evitano per non contaminarsi con il tuo dolore, o più semplicemente perché hanno perso la capacità di partecipare al dolore degli altri (finché non capita a loro).