La vera passione del nostro mondo

Nel mondo liquido-moderno la solidità delle cose, come la solidità dei legami umani, è vista come una minaccia: qualsiasi giuramento di fedeltà, qualsiasi impegno a lungo termine (tanto più se a tempo indeterminato) preannuncia un futuro gravido di obblighi che limitano la libertà di movimento e riducono la capacità di cogliere nuove opportunità (che ancora non si conoscono) non appena esse (inevitabilmente) si presenteranno.
La prospettiva che ci venga rifilata un’unica cosa per tutta la vita è assolutamente ripugnante e spaventosa. E ciò non sorprende, poiché si sa che persino gli oggetti del desiderio invecchiano presto, perdono lustro in un attimo e da segno d’onore si trasformano in marchio d’infamia. I direttori delle riviste patinate hanno sempre il polso della situazione: insieme alle informazioni sulle cose nuove «assolutamente da fare» e «assolutamente da avere» propinano regolarmente ai loro lettori consigli su «ciò che è superato» e va gettato via.
Il nostro mondo ricorda sempre più Leonia, «Le città invisibili» di Italo Calvino dove «più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate, vendute, comprate, l’opulenza si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove».
La gioia di «liberarsi» di qualcosa, l’atto di scartare e gettare tra i rifiuti, è la vera passione del nostro mondo.
La capacità di durare non depone più a favore di qualcosa.
Agli oggetti e ai legami si chiede di servire a tempo determinato, e una volta che non servono più ci si aspetta che siano distrutti o comunque eliminati – e devono esserlo. Cosi occorre rifuggire dal possesso di beni, in particolare di quelli che durano a lungo e di cui non ci si libera facilmente.
Il consumismo di oggi non consiste nell’accumulare oggetti, ma nel goderne una tantum.
Perché dunque il «pacchetto di conoscenze» acquisito a scuola o all’università dovrebbe essere esentato da tale regola universale? Nel vortice del cambiamento è molto più attraente la conoscenza adatta all’utilizzo immediato e una tantum, il sapere ad uso e smaltimento stantaneo, come quello promesso dai programmi per computer che si susseguono sugli scaffali dei negozi a ritmo sempre più serrato.

Crediti
 Zygmunt Bauman
 Capitalismo parassitario
 SchieleArt •   • 



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