Egon Schiele«Sì, credo che ci sia un popolo multiple, un popolo di mutanti, un popolo di potenzialità che va e viene, che appare e scompare, che si incarna nei fatti sociali, eventi letterari, eventi musicali. È comune per me essere accusato di esagerato, bestiale, stupidamente ottimista, per non vedere la miseria dei popoli. La posso vedere, ma … non lo so, forse sono delirante, ma penso che siamo in un periodo di produttività, di proliferazione, di creazione, di rivoluzioni assolutamente favolose dal punto di vista dell’emergenza di un popolo. È la rivoluzione molecolare: non è uno slogan, un programma, è qualcosa che sento, che vivo, in alcuni incontri, in alcune istituzioni, negli affetti, e anche attraverso alcuni miei pensieri». Così si riferì Guattari su quello che intravede in Brasile nel 1982.

Negli anni della maturità pochi uomini sanno, in fondo, come son giunti a se stessi, ai propri piaceri, alla propria concezione del mondo, alla propria moglie, al proprio carattere e mestiere e loro conseguenze, ma sentono di non poter più cambiare di molto. Si potrebbe sostenere persino, che sono stati ingannati; infatti è impossibile scoprire una ragione sufficiente per cui tutto sia andato proprio così come è andato; avrebbe anche potuto andare diversamente; essi hanno influito pochissimo sugli avvenimenti, che per lo più sono dipesi da circostanze svariate, dall’umore, dalla vita, dalla morte di tutt’altri individui; e solo in quel dato momento si sono abbattuti su di loro. Quand’erano giovani la vita si stendeva loro dinanzi come un mattino senza fine, colmo di possibilità e di nulla, e già al meriggio ecco giungere all’improvviso qualcosa che pretende di essere ormai la loro vita; e tutto ciò è così sorprendente come vedersi davanti tutt’a un tratto una persona con la quale siamo stati vent’anni in corrispondenza, senza conoscerla, e ce la siamo immaginata completamente diversa.

Crediti
 Robert Musil
 L'uomo senza qualità
 SchieleArt •   • 



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