«Sì, credo che ci sia un popolo multiple, un popolo di mutanti, un popolo di potenzialità che va e viene, che appare e scompare, che si incarna nei fatti sociali, eventi letterari, eventi musicali. È comune per me essere accusato di esagerato, bestiale, stupidamente ottimista, per non vedere la miseria dei popoli. La posso vedere, ma … non lo so, forse sono delirante, ma penso che siamo in un periodo di produttività, di proliferazione, di creazione, di rivoluzioni assolutamente favolose dal punto di vista dell’emergenza di un popolo. È la rivoluzione molecolare: non è uno slogan, un programma, è qualcosa che sento, che vivo, in alcuni incontri, in alcune istituzioni, negli affetti, e anche attraverso alcuni miei pensieri». Così si riferì Guattari su quello che intravede in Brasile nel 1982.
Negli anni della maturità pochi uomini sanno, in fondo, come son giunti a se stessi, ai propri piaceri, alla propria concezione del mondo, alla propria moglie, al proprio carattere e mestiere e loro conseguenze, ma sentono di non poter più cambiare di molto. Si potrebbe sostenere persino, che sono stati ingannati; infatti è impossibile scoprire una ragione sufficiente per cui tutto sia andato proprio così come è andato; avrebbe anche potuto andare diversamente; essi hanno influito pochissimo sugli avvenimenti, che per lo più sono dipesi da circostanze svariate, dall’umore, dalla vita, dalla morte di tutt’altri individui; e solo in quel dato momento si sono abbattuti su di loro. Quand’erano giovani la vita si stendeva loro dinanzi come un mattino senza fine, colmo di possibilità e di nulla, e già al meriggio ecco giungere all’improvviso qualcosa che pretende di essere ormai la loro vita; e tutto ciò è così sorprendente come vedersi davanti tutt’a un tratto una persona con la quale siamo stati vent’anni in corrispondenza, senza conoscerla, e ce la siamo immaginata completamente diversa.
La presunzione della gioventù ⋯
Insegnanti e genitori tendevano a ricordarci fastidiosamente di essere stati giovani a loro volta, e di poter quindi parlare a ragion veduta. È solo una fase, ripetevano. La supererai, sarà la vita a darti lezione di realtà e realismo. Al tempo tuttavia ci rifiutavamo di accettare che potessero mai essere stati minimamente simili a noi, e sapevamo di cogliere l'essenza della vita – come della verità, dell'etica e dell'arte – con chiarezza di gran lunga superiore a quella dei nostri vecchi ormai compromessi.
Julian Barnes Il senso di una fine
Letteratura inglese, Romanzo, Narrativa contemporaneaIl compimento della propria natura ⋯
Devi diventare chi sei.
Friedrich Nietzsche Così parlò zarathustra
Filosofia, Esistenzialismo, AforismaL'autorità si sposta verso gli algoritmi ⋯
Man mano che gli algoritmi ci conosceranno meglio di noi stessi, l'autorità potrebbe spostarsi dagli esseri umani agli algoritmi. Questo solleva interrogativi fondamentali sul libero arbitrio e sul futuro della democrazia in un mondo dove le nostre scelte sono sempre più prevedibili e influenzabili.
Yuval Noah Harari Homo Deus
Futurologia, Saggistica filosofica, StoriaIl lavoro come fuga dalla vita ⋯
Miquel Moliner soffriva di una forma acuta di laboriosità e benché rispettasse e addirittura invidiasse l'ozio altrui, lo rifuggiva come la peste. Lungi dal vantarsi della propria etica del lavoro, scherzava su quella coazione a produrre definendola una forma di vigliaccheria. Quando si lavora non si ha il tempo di guardare la vita negli occhi.
Carlos Ruiz Zafón L'ombra del vento
Letteratura spagnola, RomanzoIl mondo segue la lusinga del folle ⋯
Ogni volta che ha dovuto scegliere tra l'uomo ragionevole e il pazzo, il mondo ha sempre seguito il pazzo senza esitare. Perché il pazzo lusinga quello che è fondamentale nell'uomo, le passioni e gli istinti; la filosofia non si rivolge che a ciò ch'è superficiale e superfluo: la ragione.
Aldous Huxley Punto contro punto
Letteratura distopica, Critica sociale, Romanzo
Millepiani. Capitalismo e schizofrenia vol. 2 di Gilles Deleuze e Félix Guattari
Questo testo fondamentale, parte del progetto Capitalismo e Schizofrenia, sviluppa concetti chiave come quello di rizoma, divenire, macchina da guerra e corpo senza organi, che sono essenziali per comprendere la visione di Guattari di un popolo multiple e di una rivoluzione molecolare. L’opera offre gli strumenti teorici per interpretare l’idea di potenzialità emergenti, flussi e trasformazioni sociali al di fuori delle strutture molari e statali, risuonando con l’ottimismo espresso da Guattari riguardo al Brasile.
L’uomo senza qualità di Robert Musil
Questo monumentale romanzo modernista, sebbene il secondo frammento non ne sia una citazione diretta, ne riecheggia profondamente le tematiche. Musil esplora l’incertezza dell’identità, la casualità dell’esistenza, il divario tra le potenzialità e la realtà vissuta, e la sensazione di essere plasmati da forze esterne piuttosto che da scelte consapevoli. La riflessione sulla maturità, sulle aspettative giovanili disattese e sul peso delle circostanze trova un parallelo significativo nell’introspezione dei personaggi di Musil e nella sua analisi della società dell’epoca.
Essere e tempo di Martin Heidegger
L’opera principale di Heidegger, pur complessa, affronta temi esistenziali centrali come l’essere-nel-mondo, la temporalità, l’autenticità e l’inautenticità, e la gettatezza (Geworfenheit) – l’essere gettati in un’esistenza che non abbiamo scelto. La riflessione sulla maturità e sul senso di essere stati ingannati dal corso della vita, con la percezione di aver avuto poco controllo sugli eventi, si collega alla concezione heideggeriana dell’esistenza come qualcosa che si dispiega nel tempo, spesso in modi imprevisti e al di fuori del nostro pieno dominio.
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