L’accumulazione del capitaleRosa Luxemburg aveva scritto il suo studio sull’«accumulazione del capitale», dove sosteneva che il capitalismo non può sopravvivere senza le economie «non capitalistiche»: esso è in grado di progredire, seguendo i propri princìpi, fintanto che vi sono «terre vergini» aperte all’espansione e allo sfruttamento; ma non appena le conquista per poterle sfruttare, le priva della loro verginità precapitalistica e così facendo esaurisce le fonti del proprio nutrimento.

Per conquistarsi l’emancipazione l’economia liquido-moderna focalizzata sul consumatore fa leva sull’eccesso delle offerte, sul loro invecchiamento sempre più rapido e sul pronto dissolversi del loro potere di seduzione – il che, detto per inciso, fa di essa un’economia della prodigalità e dello spreco.
Poiché non c’è modo di sapere in anticipo quale delle offerte risulterà abbastanza allettante da stimolare il desiderio di consumo, l’unico modo per verificarlo richiede tentativi ed errori costosi.
La continua produzione di nuove offerte e il volume in ascesa costante di beni offerti sono necessari anche per mantenere elevata la velocità di circolazione dei beni, per rinfrescare costantemente il desiderio di sostituirli con beni «nuovi e migliorati» e per evitare che l’insoddisfazione dei consumatori su singoli prodotti si rapprenda in una disaffezione generale verso lo stile di vita consumistico in quanto tale.

Crediti
 Zygmunt Bauman
 Capitalismo parassitario
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Quotes per Zygmunt Bauman

Così consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. È una guerra silenziosa e la stiamo perdendo.

Non è detto che la felicità significhi una vita senza problemi. La vita felice viene dal superamento dei problemi, dalla lotta contro i problemi, dal risolvere le difficoltà, le sfide. Bisogna affrontare le sfide, fare del proprio meglio, sforzarsi. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato.

La sorveglianza è una dimensione chiave del nostro mondo: siamo costantemente controllati, messi alla prova, valutati, giudicati nei più piccoli dettagli della vita quotidiana.  Sesto potere

Le società moderne normalizzano la precarietà trasformando le vite in oggetti di gestione.  Il controllo sociale

L'introspezione è un'attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno, da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.