In Romeo e Giulietta di Shakespeare l’amore è perfetto: rompe ogni condizionamento del singolo verso la propria famiglia e verso l’altro, entrambi i ragazzi vincono insieme ogni resistenza nemica, è davvero una dirompente relazione umana, la loro, e non sociale, ma in questo è tale il sovvertimento di ogni norma che l’amore viene alla luce in tutta la sua rivoluzionaria, ideologicamente anarchica bellezza solo al prezzo della vita; l’amore è perfetto e possibile – agisce dal di dentro e non è agito dall’esterno – solo da morto; l’amore è quel mito di cui si può socialmente continuare a parlare, basta non metterlo in atto, basta non dargli alcuna possibilità di essere indipendente da ogni altro tipo di contratto sociale, basta che nessuna società possa davvero produrre due esseri capaci di tanto – di tanta destabilizzazione, di tanto cattivo pensiero.
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