Fermate ogni orologio, tagliate il telefono, Tenete il cane a tacere con un succulento osso, Chetate i pianoforti e fra un rollìo smorzato Sfornate il feretro, che i dolenti si accostino. Che aeroplani lamentosi incrocino lassù E scarabocchino sul cielo il messaggio È Morto, Mettete crespi nastri attorno il collo bianco dei piccioni, Che i vigili indossino guanti di coton nero. |
Era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est e l’Ovest, La mia settimana feriale e il mio riposo domenicale, Il mio mezzodì, la mezzanotte, il mio discorso, il canto; Pensavo ch’amore fosse eterno: Io, mi sbagliavo. Ora, le stelle non servono più: spegnetele tutte; Imballate la luna, e smantellate pure il sole; Svuotate l’oceano, e sradicate il bosco. Poiché nulla può venir ormai a niente di buono. |
Un altro giro di giostra di Tiziano Terzani
Questo libro è il diario di un viaggio personale e filosofico che l’autore intraprende dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro. Piuttosto che arrendersi alla medicina occidentale tradizionale, Terzani esplora cure e prospettive alternative in tutto il mondo, dall’India alla Thailandia, fino a New York. Il libro non è solo un resoconto sulla malattia, ma una profonda meditazione sulla vita, sulla morte e sulla ricerca di un significato più profondo. Diventa una riflessione su come affrontare la fine, trasformando la paura in un’opportunità di conoscenza.
Se questo è un uomo di Primo Levi
Capolavoro della letteratura sulla Shoah, il libro è la testimonianza cruda e lucida dell’autore sulla sua deportazione e prigionia nel campo di concentramento di Auschwitz. Levi non si limita a narrare gli orrori subiti, ma conduce un’analisi spietata della condizione umana, della perdita di dignità e dell’annientamento della persona. La sua scrittura, precisa e quasi scientifica, esplora i meccanismi della disumanizzazione e la lotta per conservare un barlume di umanità in un mondo che ha perso ogni senso e valore.
Ossi di seppia di Eugenio Montale
Questa raccolta poetica è una delle opere fondanti della poesia italiana del Novecento. Attraverso un linguaggio scarno e immagini aspre, Montale esprime il male di vivere, una condizione esistenziale di disarmonia e inadeguatezza dell’uomo di fronte a una realtà che non offre certezze né facili consolazioni. La Liguria, con i suoi paesaggi aridi e marini, diventa il correlativo oggettivo di questo sentimento. Il poeta cerca un varco, una via di fuga, ma trova solo rari e fugaci momenti di epifania.
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