L’anima d’Inghilterra
Quante spade aveva confitte Lady Beveridge nel suo povero cuore! Eppure pareva ci fosse posto per altre ancora, dacché ella aveva deciso che il suo cuore non dovesse mai rinchiudersi alla gentilezza e alla pietà. Tanto che se non era l’ardore di questa sua decisione ella stessa sarebbe morta d’angoscia negli anni 1916 o 1917, anni in cui i suoi fratelli erano stati uccisi in guerra e la morte pareva aver falciato largamente nella sua famiglia. Ma dimentichiamo. Lady Beveridge amava l’umanità e, qualunque cosa accadesse, avrebbe continuato ad amarla. Anzi, in un certo senso, avrebbe voluto amare anche i suoi nemici: non i nemici cattivi, gli uomini che commettono atrocità, ma coloro che erano suoi nemici non di proposito. Non voleva esser travolta dal furore dell’odio generale. Qualcuno l’aveva definita l’anima d’Inghilterra. Non era detto male quantunque ella fosse d’origine mezzo irlandese ed appartenesse ad una vecchia, leale e aristocratica famiglia celebre per i suoi brillanti gentiluomini. Lady Beveridge aveva poi esercitato per anni ed anni tale influenza sopra il tono della politica inglese come poche altre persone al mondo. Legata in stretta amicizia coi grandi capi partito della Camera dei Lord e del Consiglio essa era paga di vedere gli uomini agire aspirando da lei come da una pura rosa di vita la fragranza della verità e dello schietto amore. Né aveva alcuna esitazione o timore riguardo al suo spirito.

Crediti
 David Herbert Lawrence
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