Quello che mi garantisce l’autenticità, e quindi l’immortalità dei miei filosofemi, è che non sono stato io a crearli, ma si sono fatti da sé. Sono sorti in me senza alcun contributo da parte mia, in momenti in cui ogni volere in me era, per così dire, profondamente addormentato, mentre l’intelletto, senza più padrone e quindi in ozio ma attivo, coglieva l’intuizione del mondo reale e la confrontava con il pensiero, sostenendo l’uno con l’altra come giocando, senza che la mia volontà presiedesse anche solo in qualche modo alla cosa: tutto si faceva completamente da sé, senza il mio contributo. Con il volere, però, è scomparsa ed è stata annullata anche ogni individualità. Perciò qui non era in gioco il mio essere individuo, ma erano l’intuizione stessa, pura e autonoma […].
L’autenticità e l’immortalità dei filosofemi
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