Edward Okun
Gli avari non credono a una vita futura, per loro il presente è tutto. Questa considerazione getta una luce orribile sulla nostra epoca, nella quale più che in qualsiasi altra il denaro domina le leggi, la politica, i costumi. Istituzioni, libri, uomini, dottrine, tutto cospira a minare quella fede in una vita futura su cui da milleottocento anni poggia l’edificio della società. La morte è un trapasso poco temuto. Il futuro che ci attendeva dopo il requiem è stato trasferito al presente. Tutti pensano a raggiungere per fas et nefas il paradiso terrestre del lusso e dei vani godimenti, a indurire il cuore ea macerare il corpo per il possesso di beni effimeri, come un tempo si pativa il martirio della vita per il possesso di beni eterni! E d’altronde questo concetto è anche scritto ovunque, persino nelle leggi, che chiedono al legislatore: Che cosa paghi? invece di chiedergli: Che cosa pensi?. Quando questa dottrina si sarà diffusa dalla borghesia al popolo, che sarà del paese?

Crediti
 Eugénie Grandet
 Honoré de Balzac
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