«Cantami, o diva, del Pelide Achille...», così comincia Omero l'Iliade. «Musa, quell'uom di multiforme ingegno...», così Omero comincia l'Odissea. Musa, diva, cioè dea. Non sono frasi fatte, ma la testimonianza intima del vero poeta epico, che non vuole parlare da sé, che fa parlare in sé stesso la dea, che l'accoglie nella propria fantasia, figlia della cosmica forza di crescita, affinché il divino parli lui degli eventi del mondo. La missione universale dell'Arte
Quando si sia acquisita la coscienza immaginativa, tutto il corpo astrale e tutta l'organizzazione dell'io sono in una condizione tale che percepiscono le parti corrispondenti di tutti gli organi umani. Vale a dire che percepiscono tutti gli elementi metallici della Terra, naturalmente differenziati. Riusciamo tuttavia a percepire le differenziazioni se ci siamo ben educati allo scopo, se abbiamo cioè fatto un particolare studio occulto per imparare a conoscere la sfera dei metalli della Terra. Conoscenza vivente della natura
È comunque un fatto che nel nostro tempo è sempre più numerosa la gente che non sa che cosa vuole, ed è perché da tre o quattro secoli si è disabituata a occuparsi in qualche modo di cose spirituali. Va in ufficio, si occupa di qualcosa che non ama, ma che porta soldi, passa ore in ufficio, è magari anche molto diligente e attiva, ma non ha veri interessi al di là dell'andare a teatro o leggere il giornale. Così è a poco a poco diventato il mondo. Leggere libri, ad esempio, è oggi una rarità. Alcol e nicotina
Quello che viene pensato partendo dai colori può essere eseguito in cinquanta modi diversi.
Quando nell'ambito del movimento antroposofico si parla di occuparsi di aspirazioni scientifiche, esse vanno condotte con profonda serietà, in modo da non esporre l'antroposofia al pericolo di deviarla verso la chimica, la fisica, la fisiologia di oggi o verso altre scienze, ma da far fluire le singole scienze nella vera corrente della vivente conoscenza.
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