Le scienze aspirano a decifrare tutto
Se parlo di un teatro tra le tombe è perché la parola «morte» oggi evoca la tenebra, e in un mondo che sembra avviarsi con tanto ardimento verso la luminosità dell’analisi, senza che nulla più protegga le nostre palpebre translucide, credo, come Mallarmé, che un po’ di tenebra sia necessaria. Le scienze decifrano o aspirano a decifrare tutto, ma noi non ne possiamo più! Dobbiamo trovare un rifugio, e dove se non nelle nostre viscere ingegnosamente rischiarate?… No, mi sbaglio: non trovare rifugio, ma scoprire un’ombra fresca e torrida che sarà la nostra opera.

Crediti
 Jean Genet
 Quella strana parola…
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Quotes per Jean Genet

Il pubblico – che ti fa esistere, giacché senza di lui non avresti mai la solitudine di cui ti parlavo –, il pubblico è la bestia che in fondo vieni a pugnalare. La tua perfezione e la tua audacia lo annienteranno, per tutto il tempo della tua apparizione.

Non v'è altra origine, per la bellezza, che la ferita, individuale, irripetibile, celata o visibile, che ogni uomo custodisce in sé e difende – dove si rifugia quando vuole abbandonare il mondo per una solitudine temporanea ma profonda. […] Mi sembra che l'arte di Giacometti miri a svelare questa ferita segreta comune a tutti gli esseri e persino a tutte le cose, affinché ne siano illuminati.  L'atelier di Alberto Giacometti

La solitudine non è una cosa acquisita, la conquisto, sono condotto a lei da un'esigenza di bellezza.

Quando un giudice deve pronunciare una sentenza, esigiamo che non vi si prepari soltanto attraverso la conoscenza del codice. La veglia, il digiuno, la preghiera, un tentativo di suicidio o di assassinio, potrebbero aiutarlo a far sì che la sentenza che si appresta a pronunciare sia un avvenimento così grave – voglio dire un avvenimento poetico – da portarlo, estenuato, al punto di perdere la propria anima nella morte o nella follia.  Lettera a Roger Blin