Secondo me, il nodo del problema psichico dell’uomo moderno consiste nel fascino che l’anima esercita sulla coscienza dell’uomo moderno. Ciò è un sintomo di decadenza, se è visto con occhio pessimistico; ma è un germe che promette modificazioni profonde nell’atteggiamento spirituale dell’Occidente, se visto con ottimismo. In ogni caso è un fenomeno di grande importanza e di cui bisogna tener conto, tanto più che ha le sue radici negli strati profondi dell’anima popolare e specialmente perché interessa quelle forze irrazionali dell’anima, che, come insegna la storia, trasformano improvvisamente e misteriosamente la vita e la cultura dei popoli. E sono quelle le forze, per molti ancor oggi invisibili, che si celano dietro l’interesse che la nostra epoca ha per la psicologia. Il fascino esercitato dall’anima non ha nulla di morboso e di perverso, è una forza di attrazione così potente, che non si lascia spaventare neppure da ciò che è disgustoso.
Lungo le vie militari del mondo tutto sembra devastato ed esausto. Per fortuna l’istinto ricercatore abbandona i sentieri battuti per volgersi altrove, come l’uomo dell’antichità ad un certo punto si liberò delle sue divinità olimpiche, per volgere il suo interesse ai misteri dell’Asia. Il nostro segreto istinto, accettando la teosofia e la magia orientale, cerca al di fuori, ma cerca anche al di dentro, se consideriamo la serietà con la quale si volge ad osservare gli strati profondi della sua anima. Esso si comporta con lo stesso scetticismo e radicalismo del Budda, che allontanava da sé, come insignificanti, i suoi due milioni di dèi, e si dedicava esclusivamente alla realizzazione della sua esperienza interiore originaria, come all’unica cosa convincente.
Ed ora giungiamo all’ultima questione: ciò che dico dell’uomo moderno, è veramente vero? o non è altro che illusione ottica? È fuori di dubbio che, per molti milioni di occidentali, i dati di fatto da me espressi non sono altro che inconsiderevoli combinazioni prive di valore, e che, per molti uomini di alta cultura, essi non rappresentano che deprecabili errori. Cosa pensava per esempio un antico romano colto del Cristianesimo, che si sparse dapprima negli strati più bassi della società? Il Dio occidentale è, per molti ancora, una personalità tanto vivente, quanto lo è Allah per i popoli che abitano l’altro versante del Mediterraneo; e gli uni considerano gli altri come dei miseri eretici, essi si sopportano perché non possono fare altrimenti.
L’europeo intelligente invece considera la religione e le forme a lei affini come necessità per il popolo e per la sensibilità femminile, ma la loro importanza è per lui di gran lunga inferiore a quella delle questioni economiche e politiche.
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