Non è alla neutralità dell’educazione che devo tendere ma al rispetto, in tutte le prove, degli alunni, degli educatori. Rispetto degli educatori da parte dell’amministrazione pubblica o privata delle scuole; il rispetto per gli studenti assunto e praticato dagli educatori qualunque sia la scuola, privata o pubblica. Ecco perché devo combattere instancabilmente. Lottare per il diritto che ho di essere rispettato e per il dovere che ho di reagire quando mi maltrattano. Lotta per il diritto che tu, che mi leggi, insegnante o studente, hai di essere te stesso e mai e poi mai lottare per quella cosa impossibile, grigiastra e noiosa che è la neutralità.
Cos’è la mia neutralità se non un modo forse comodo, ma ipocrita, di nascondere la mia scelta o la mia paura di denunciare l’ingiustizia? Lavarsi le mani di fronte all’oppressione è rafforzare il potere dell’oppressore, è sceglierlo. Come posso essere neutrale di fronte ad una situazione, qualunque essa sia, in cui i corpi delle donne e degli uomini diventano puro oggetto di saccheggio e di oltraggio?
Lettera a una professoressa, Scuola di Barbiana
Un libro scritto collettivamente dagli studenti di Don Lorenzo Milani che critica la scuola tradizionale e denuncia l’ingiustizia educativa, promuovendo un modello di educazione basato sul rispetto e sulla giustizia sociale.
Pedagogia degli oppressi, Paulo Freire
Un’opera fondamentale sulla pedagogia critica, in cui Freire esplora come l’educazione possa diventare uno strumento di liberazione, ponendo l’accento sulla necessità di lottare contro l’oppressione e di evitare la neutralità complice.
L’educazione è politica, Henry Giroux
Questo libro mette in luce l’importanza della politica nell’educazione e il pericolo di una neutralità che ignora l’ingiustizia sociale, invitando educatori e studenti a prendere posizione attiva.
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