L'enigma lo affascinava
– Ciò che pensi non m’interessa! – rise Everina, apparendo nel mentre anche più bella di come lui non l’avesse mai vista. Era incredibilmente sfrontata, oppure di una mortificazione del tutto impenetrabile, e per lui c’erano poche possibilità di riuscire a strapparle le parole che in qualche modo era desideroso di sentire dalle sue labbra: una specie di confessione che, dopo tutto, avrebbe fatto meglio a sposare un uomo che non fosse sinonimo di quanto c’è di più spregevole al mondo, del meno eroico dei vizi. Non aveva visto, non aveva sentito, il sorriso, il sorriso spento e freddo della più profonda vergogna, correre su tutti i visi, quando suo marito si macchiava di qualche meschinità particolarmente evidente? Come poteva una donna della sua natura vivere a contatto con quell’uomo giorni e giorni, anni e anni, senza che quella natura si alterasse? Avrebbe creduto al cambiamento solamente quando avesse sentito mentire lei. L’enigma lo affascinava e al tempo stesso ne era impaziente, si faceva ogni genere di domande. In fondo, non mentiva quando lasciava passare senza batter ciglio le bugie di suo marito? La sua vita non era una complicità continua? Il solo fatto che quell’uomo non la disgustasse, non era già una collaborazione e un assenso? Ma forse ne era disgustata e solo la disperazione dell’orgoglio le aveva fatto assumere quella maschera impenetrabile.

Crediti
 Henry James
 Il bugiardo
 SchieleArt •   • 




Quotes per Henry James

Le scuse, dichiarava la signora Touchett, erano roba inutile, ed ella stessa non si preoccupava mai di farne. O si faceva una cosa, o non la si faceva, e quel che uno avrebbe voluto fare apparteneva alla serie di concetti inutili come, per esempio, quello di una vita futura, o dell'origine delle cose.

È stato facile vivere con loro semplicemente perché vivono una vita tutta loro.

A poco a poco egli aveva preso l'abitudine di soffermarsi sui suoi morti ad uno ad uno, e piuttosto presto nella vita aveva cominciato a pensare che andasse fatto qualcosa per loro. E loro erano lì, accanto a lui, forti di quell'essenza semplificata, più intensa, di quell'assenza consapevole, di quella pazienza eloquente, così corporei e presenti che pareva avessero soltanto perduto l'uso della parola.  L'altare dei morti

La vita è, di fatto, una lotta. Su questo punto pessimisti e ottimisti si trovano d'accordo. Il male è insolente ed è forte; la bellezza è stupenda, ma è rara; la bontà è spesso soggetta a essere debole, la follia a essere arrogante e la malvagità ad avere la meglio: gli imbecilli ai posti d'onore e i migliori in disparte; e l'umanità, nel suo complesso, infelice.

Può sembrare che io non abbia difeso abbastanza Maupassant, in relazione ai lettori inglesi, dicendo che, dopo aver pubblicato venti volumi indecenti, ne ha pubblicato un ventunesimo che non è né indecente né cinico. Non è questo che mi ha indotto a dedicargli tante pagine, ma il fatto che, pur avendo scritto tutti gli altri, è tuttavia rimasto, per coloro che si interessano di queste cose, un autore di cui non era possibile non tenere conto…