La ricerca della verità è praticità, il metodo condotto è quello del contadino che ama la terra e la lavora, si relaziona con essa in un atteggiamento producente.
Questo atteggiamento ovviamente riguarda l’intreccio di pratiche del pensiero antico.
L’epistéme nella società moderna e contemporanea si destruttura; ripensando ai discorsi scritti di Platone emerge una chiara definizione di epistème che è tesa al raggiungimento del BENE attraverso la realizzazione di uno “stato etico”, bene che deve essere goduto come contemplazione della verità che è inevitabilmente il calcolo e l’assicurazione della GIUSTIZIA.
È giusto che il contadino lavori la terra se vuol raccogliere i frutti e poter mangiare e dare da mangiare ai suoi membri dello Stato in base ad un contratto di vendita; ogni verità necessita di un guadagno.
Ad un certo punto il contadino si domanda se vi siano altri modi di lavorare la terra e questo pensiero scaturisce da una necessità di fondo ed è questo: può tribolare meno nella lavorazione, nelle sue fasi di processo?
Ritornando a Platone non ha più senso uno stato etico assoluto dove le idee sono immutabili, immodificabili; la pratica del pensiero si intreccia, si aggroviglia, da producente diviene provocante.
Il contadino continua a scavare nella terra con un atteggiamento non più producente, ma provocante in virtù della tecnica che si struttura nella logica umana come una nuova epistème.
Il contadino tecnologizzato è il filosofo uscito dalla caverna, non può più rientrare a liberare coloro che sono rimasti all’interno, non può tirare fuori coloro che del dogma ne fanno una episteme assoluta: esso verrà ucciso e Socrate ne è una testimonianza più segnica che simbolica.
Il contadino filosofo intuisce la verità, infatti ha lasciato, abbandonandolo per sempre, il dogma che lo aveva condotto a lavorare la terra in atteggiamento producente; la tecnica è provocazione della verità, il contadino continua a lavorare la terra, scavandola e seminandola e raccogliendo i frutti di quei semi, con minor fatica e patimento umano; che cos’è questo atteggiamento se non una rivelazione della tecnica in una nuova epistème?
Il filosofo è un sovvertitore dell’ordine umbratile (dogma) e può essere ucciso da coloro che del dogma ne fanno una epistème assoluta e immutabile.
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