Sitzendes maedchen en face sedentary girl[…] l’esistenza non può chiarire sé stessa, essa è nel bisogno costante di venire illuminata, sì che da ciò che si intende per *luce* dipende la sua chiarificazione.
La chiarificazione non sopraggiunge, ma opera nel momento stesso in cui essa appare oscura. Questo rilievo è importante perché consente di dichiarare l’oscurità come grado di oscurità (più o meno oscura, dunque più o meno chiara) onde chiarezza ed oscurità non sono né possono essere assolute. In altre parole, ciò che sembra chiaro in quanto soddisfa determinate condizioni di chiarezza (relativa) può risultare oscuro in quanto non soddisfa altre condizioni. Se l’esistenza non è definibile, è di volta in volta da determinare (in relazione alle condizioni) il grado-di-oscurità che ne caratterizza la necessità di chiarificazione. La chiarezza, dunque, non è mai totale, essendo progressiva chiarificazione secondo diverse prospezioni. Allorché ci si colloca in un punto di vista si compie implicitamente una chiarificazione poiché, rispetto a questo, la cosa vista è appunto visibile, emergendo da una restante oscurità.
Ora, di volta in volta, compaiono sia il chiarificare sia il residuo non chiarificato, […] se esistenza è bisogno-di-venire-chiarificata, allora una chiarificazione totale varrebbe come negazione dell’esistenza, determinata dalla soddisfazione totale di quel bisogno indivisibile da essa.

Crediti
 Giovanni Romano Bacchin
 Theorein
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Quotes per Giovanni Romano Bacchin

Se non è necessario che problema vi sia, il necessario non è problematico, non entra in alternativa con nulla.

Per dire che passaggio non è si dice che è passaggio senza punti trapassati dalla linea che li congiunge, si negano i punti, riconcentrando la linea del movimento in ciascuno di essi, indivisibilmente. Ciascun punto è già tutto il circolo, ma poiché il circolo infinito è unico, nessun punto ha in sé qualcosa che altro punto non abbia.  Saggio di filosofia teoretica

Non è la verità che si svela alla coscienza: è la coscienza che non ha veli per la verità.

Il conoscere scientificamente strutturato non proviene dal bisogno di sapere, ma dal bisogno di potere che è possibilità di soddisfare un bisogno e confina nell’inconsistenza ogni conoscere che tale potere non assicuri, dichiarandolo inutile. Che esso sia inutile può essere vero, ma che esso non sia vero perché è inutile dipende dalla presunzione che la verità, per esser tale, debba servire l’uomo e che l’uomo, per conoscere, debba servirsi del proprio conoscere.

L'antico tema della filosofia, unico attraverso il negato tempo che lo oscura ma non lo toglie, che Platone eredita consapevolmente dal tremendo Parmenide ed affida ad Aristotele è quello che esaspera in sé ogni particolare ricerca, quale sapere di non sapere; l'autentico problema umano che ne resta illuminato in tutta la sua estensione indivisa è non più la serie di problemi, adattate esistenze nel mondo esigente astuzia e scienza, ma l'essere se stesso problema, problema in cui l'uomo, già configurato come suo portatore indiscusso, si discute come da esso portato alla meraviglia di essere, che è meravigliosamente sapersi inessente.